Giovedì 9 febbaraio Ilaria Bonuccelli presenta “Violenzissima”, dialogano con l’autrice le giornaliste Maria Francesca Chiappe e Claudia Sarritzu
Un affresco del Belpaese in “Violenzissima” di Ilaria Bonuccelli, caposervizio de Il Tirreno, protagonista giovedì 9 febbraio alle 18 nel Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari insieme con le giornaliste Maria Francesca Chiappe e Claudia Sarritzu per una riflessione su cronaca e pregiudizi, tutela delle vittime nelle violenze di genere, prevenzione e punizione dei reati.
Dopo il successo di “Per ammazzarti meglio”, Ilaria Bonuccelli affronta il tema della violenza di genere mettendo l’accento sul contesto culturale e sociale, parlando «di quei comportamenti, di quegli atteggiamenti, di quei provvedimenti, sentenze, ammiccamenti che condannano e colpevolizzano le vittime: le fanno pentire di aver avuto fiducia nella giustizia».
Voci di donne contro i femminicidi e gli abusi fisici e psicologici, tra storie emblematiche, testimonianze e fatti di cronaca, sentenze e provvedimenti inadeguati, per informare e prevenire un fenomeno purtroppo sempre più diffuso. Si intitola “Violenzissima – Le scuse che assolvono i violenti” il nuovo, prezioso saggio della giornalista e scrittrice Ilaria Bonuccelli.
Un argomento delicato e complesso
“Violenzissima” affronta un argomento delicato e complesso, e purtroppo tragicamente attuale, mettendo l’accento sull’incapacità delle istituzioni di offrire risposte tempestive e sufficienti per proteggere le vittime a causa di pregiudizi e superficialità, retaggio di una civiltà patriarcale. Il libro sarà presentato dall’autrice in una conversazione con le giornaliste Maria Francesca Chiappe (L’Unione Sarda) e Claudia Sarritzu (Globalist.it), per un’analisi puntuale del contesto culturale e sociale, delle auspicabili modifiche e degli aggiornamenti delle norme, in attesa di una evoluzione della civiltà verso la parità di genere, il rispetto dei diritti civili e della diversità.
Focus sulla violenza di genere, dunque, dal punto di vista di coloro che direttamente o indirettamente subiscono le conseguenze di comportamenti aberranti e portano sull’anima e nel corpo i segni delle ferite inflitte dai carnefici. Dopo il successo di “Per ammazzarti meglio”, Ilaria Bonuccelli ritorna su una questione fondamentale, che investe la cultura del diritto, insieme all’etica e alla filosofia, oltre alla coscienza del bene comune.
La tutela delle vittime
La tutela delle vittime, come gli eventuali “risarcimenti” e “ristori” che assumono innanzitutto un forte valore simbolico, nel riconoscimento delle ragioni di chi ha patito il torto, ma hanno (o dovrebbero avere) anche la funzione di rafforzare la difesa dei più deboli garantendo indipendenza economica, supporti medici e psicologici, se possibile un percorso di rinascita e recupero dell’autostima, oltre che impedire la reiterazione del reato, è una delle funzioni tradizionalmente riconosciute e attribuite allo Stato. Tuttavia spesso, al di là delle migliori intenzioni e della buona volontà dei singoli, la stessa applicazione delle leggi risulta lenta e farraginosa, i meccanismi di protezione si attivano lentamente, consentendo agli aguzzini di continuare la loro opera distruttiva, talvolta con esiti fatali.
“Violenzissima”, un titolo che suona come una provocazione, un superlativo per rompere il silenzio assordante che circonda la situazione di coloro che sopravvivono a aggressioni e tentati omicidi, per poi ritrovarsi nell’incertezza e nella paura, ma anche le troppe omissioni, gli interventi mancati, la minimizzazione del problema e le false rassicurazioni, che hanno permesso il compimento di una tragedia annunciata.
Racconti di vicende terribili e inquietanti
Ilaria Bonuccelli racconta del bambino ucciso dal padre con un colpo di pistola e trentasette coltellate, nel corso di un “incontro protetto”; della donna che riceve minacce dal marito, nonostante sia in carcere; della donna trucidata dopo aver presentato invano ben undici denunce contro l’ex compagno, cadute nel vuoto. Sono vicende terribili e inquietanti, in qualche modo esemplari, in cui le istituzioni si dimostrano da un lato “cieche” e insensibili dall’altro non all’altezza di un compito arduo e difficile, ma imprescindibile, per garantire l’attuazione della giustizia, contro l’arbitrio individuale e la legge del più forte. Nel libro, più che soffermarsi sui singoli casi, peraltro appassionanti e coinvolgenti dal punto di vista umano, dolorosi e commoventi, l’autrice preferisce parlare «di quei comportamenti (diretti e indiretti), di quegli atteggiamenti, di quei provvedimenti, sentenze, ammiccamenti che condannano e colpevolizzano le vittime: le fanno pentire di aver avuto fiducia nella giustizia».
“Per ammazzarti meglio”
Se nelle dodici storie raccolte in “Per ammazzarti meglio” erano già evidenti omissioni, negligenza e sottovalutazione del pericolo, accanto agli inevitabili, forse, ma comunque inaccettabili ostacoli burocratici (con una preziosa appendice, realizzata in collaborazione con la giurista Valentina Bonini dell’università di Pisa, sulle incongruenze giuridiche e sulle novità del Codice Rosso), in “Violenzissima” invece Ilaria Bonuccelli propone una serie di interviste insieme ad atti di sentenze evidentemente condizionate dal pregiudizio.
La scrittrice descrive gli effetti collaterali della violenza e il coinvolgimento dei familiari delle vittime, ma soprattutto insiste sui vulnus giuridici e sugli aspetti procedurali che possono favorire l’azione dei carnefici. Un libro importante, una lettura necessaria per non abbassare la guardia e essere consapevoli che la violenza di genere esiste, e si diffonde anche tra i più giovani, talvolta invisibile o nascosta entro le mura domestiche. Il comportamento abusante si fonda su pregiudizi e ignoranza, ma anche su modelli educativi sbagliati, e per riuscire a intervenire efficacemente e spezzare il circolo vizioso è necessario realizzare una vera “rivoluzione” culturale.
L’autrice Ilaria Bonuccelli
L’autrice Ilaria Bonuccelli, giornalista e scrittrice, è caposervizio de Il Tirreno, responsabile della cronaca regionale toscana e dell’inserto “Salute” della testata, per la quale ha svolto anche mansioni di inviata. È referente, per Il Tirreno, della campagna contro la violenza di genere; è giornalista investigativa e specializzata in campagne di stampa. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, come il Premio Piero Passetti-Cronista per la migliore inchiesta giornalistica per la carta stampata in Italia nel 1996 (premio assegnato da Unione Nazionale Cronisti italiani, Presidenza della Repubblica, Presidenza del Senato, Corte Costituzionale, Forze dell’Ordine, Fnsi) e nel 2017 il Premio speciale Franco Giustolisi, targa del Senato, per l’incisiva opera svolta nella campagna che ha portato all’approvazione della legge contro il telemarketing selvaggio.
Non nuova alle cronache editoriali, è autrice di alcune pubblicazioni di successo per l’infanzia. Si dedica da tempo al contrasto della violenza di genere, collaborando con giuriste e docenti dell’università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Le istanze di cui si fa promotrice porteranno a modificare la norma dei braccialetti elettronici anti-stalking e l’entità degli indennizzi alle vittime italiane di reati intenzionali violenti, come lo stupro.
«In Italia abbiamo dato la notizia della cancellazione del “listino della vergogna” per denunciare i “ristori” vergognosi che lo Stato riconosceva alle vittime di reati intenzionali violenti come stupro e femminicidio» – racconta la giornalista e scrittrice –. «È uno dei capitoli importanti del nostro primo libro, una delle battaglie di civiltà».
Dopo il successo ottenuto col volume “Per ammazzarti meglio”, con “Violenzissima” l’autrice propone interviste e atti di sentenze condizionate dal pregiudizio, ci parla della ricaduta della violenza anche sui soggetti familiari e di vittime che non sono state adeguatamente protette.
Attualmente è impegnata nella campagna per la revisione della legge sulla violenza sessuale.