Le modalità di trasporto alternativo di sangue
Talvolta per i mezzi delle Asl portare su strada beni salvavita, come sangue ed emocomponenti, equivale ad una corsa contro il tempo a causa della congestione del traffico. Da vari anni il comparto della logistica biomedicale tramite veicoli con guida autonoma, cioè i droni, è divenuta una realtà in alcuni distretti sanitari. Una ricerca congiunta dell’Istituto di fisica applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ifac), della ASL Toscana Nord Ovest, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con ABzero, uno spin off della Scuola Superiore Sant’Anna, ha mostrato l’integrità biologica del materiale sanguigno, trasportato in una ‘smart-capsule’ attraverso un drone. Gli esperti hanno pubblicato i risultati sul magazine ‘Drones’ .
Le considerazioni di una studiosa del Cnr Ifac in merito al trasporto di sangue
“Tra le diverse realtà che si stanno cimentando nella soluzione di questo bisogno la spin off della Scuola Superiore Sant’Anna ABzero, incubata presso il Polo Tecnologico di Navacchio (Pi), ha creato un contenitore intelligente progettato appositamente per questa modalità di trasporti. Nello specifico, la capsula sensorizzata, contiene sangue ed emocomponenti, nel completo rispetto delle normative UN3373 e delle direttive 2002/98/EC. Questa è stata sviluppata in modo tale da poter monitorare in tempo reale lo stato dei campioni , considerandone la temperatura, l’umidità, il pH ed l’emolisi, ed attivando protocolli di allarme e di risposta nel caso c’è ne fosse bisogno”, afferma Angela Pirri del Cnr Ifac.
Chi sono e come hanno operato i creatori del dispositivo
Il reale controllo della qualità dei beni ha coinvolto i creatori del dispositivo, Giuseppe Tortora (ABzero, Scuola Superiore Sant’Anna) ed Andrea Cannas (ABzero) insieme ad Angela Pirri, Fabrizio Niglio e Paola Comite (ASL toscana NordOvest), ed è consistito in una serie esami di laboratorio e sul campo, che hanno validato l’efficacia della modalità. USA e in Francia messo in pedi situazioni simili.
Le considerazioni di una studiosa del Cnr sulla questione
“La ricerca ha chiarito che il progresso di una capsula munita di intelligenza artificiale (AI), può essere trasportata con un drone. Inoltre essa può conservare gli stati termici dei elementi biologici trasportati. Questo accade in qualunque situazione di volo (varie altitudini, velocità, accelerazioni/decelerazioni). I test chimici hanno confermato l’integrità dei campioni prima e dopo le operazioni di trasporto su drone”, spiega Angela Pirri, Cnr-Ifac. “ Lo svolgimento di otto differenti missioni di volo hanno fatto vedere le prestazioni di questa pratica, di circa 13 minuti di durata ciascuna, e coprendo una distanza totale di 105 km di volo per complessive 39 ore di volo”.
Velocizzare i tempi di consegna per diminuire tempi e importi
Nel Belpaese, la possibilità di ridurre drasticamente i costi ed le tempistiche di consegna dei materiali salvavita, come sangue, medicinali e organi, tra le strutture di raccolta ed i poli di lavorazione e/o le strutture ospedaliere, potrebbe essere una scelta strategica, soprattutto in quelle zone dove il problema della mobilità urbana blocca in maniera significativa le tempistiche di consegna, e conseguentemente sull’integrità e l’uso tempestivo di beni particolarmente deteriorabili, ma anche per motivi di efficienza economica legati al sistema di trasporto questi di materiali. “Per lo step seguente, ovvero trasmetterlo ai pazienti, è necessario l’approvazione della commissione etica” fanno sapere gli autori. In prospettiva, i droni possono essere un miglioramento dell’attuale posta pneumatica all’interno degli ospedali, nonché un modo alternativo di far arrivare gli elementi biologici pericolosi dagli ospedali ai laboratori in caso di crisi sanitarie o pandemiche.