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"Tradimenti" di Harold Pinter con regia di Sinisi in alcuni teatri sardi

“Tradimenti” di Harold Pinter con regia di Sinisi in alcuni teatri sardi

Un’opera importante del secolo scorso per esaminare i dettami dell’attrazione e il disincanto

Michele Sinisi, uno degli artisti più interessanti della scena italiana contemporanea, firma la regia di “Tradimenti” di Harold Pinter.

I ruoli e gli intrepreti nel componimento di Pinter

Viaggio a ritroso nel tempo, dalla fine di una storia d’amore al suo inizio, con “Tradimenti” di Harold Pinter, nella mise en scène firmata da Michele Sinisi, anche protagonista (nel ruolo di Robert, il marito), accanto a Stefania Medri, che interpreta Emma e Stefano Braschi, nei panni di Jerry, invaghitosi della moglie dell’amico (produzione Elsinor / Centro di Produzione Teatrale, con il contributo di Next – Laboratorio delle idee): un testo cult del Novecento per un affresco della società, tra morale borghese e ipocrisia, attrazione fatale e segrete inquietudini.

I luoghi in cui verrà proposta l’opera

La pièce è in cartellone lunedì 30 gennaio alle 21 al Teatro Civico di Alghero, martedì 31 gennaio alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia e mercoledì 1 febbraio alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Questa descrive le vari e fasi di una relazione, in una serie di flashback, dall’ultimo incontro tra gli (ex) amanti fino all’infuocata dichiarazione di Jerry ad Emma, durante una festa, che dà il la alla pericolosa liaison.

Il contenuto dell’opera

Tra le opere più importanti del tragediografo britannico (Premio Nobel per la Letteratura nel 2005), “Tradimenti” racconta attraverso una serie di dialoghi e conversazioni illuminanti, con un linguaggio scarno e essenziale, punteggiato da significativi silenzi, l’origine di una passione, gli incontri clandestini, in cui la coppia cerca forse inconsciamente di riprodurre il rituale di una convivenza. poi la noia della routine, lo spegnersi del desiderio e il disincanto, finché tutto finisce e i due possono ripensare al passato, a ciò che è stato, con un po’ di amarezza e magari di rimpianto.

La rielaborazione dell’opera in chiave moderna

Sui palchi dell’Isola una intrigante versione contemporanea del dramma, nella fortunata traduzione italiana di Alessandra Serra, con scenografie di Federico Biancalani, consulenza artistica di Francesco M. Asselta (foto Luca Del Pia, aiuto regia Nicolò Valandro), in cui un paesaggio “simbolico” scandisce i salti di tempo, con intervalli mai uguali, dettati delle emozioni, dalla forza dei ricordi e da libere associazioni di idee.

Il settore della società a cui i tre personaggi appartengono

I tre protagonisti fanno parte di un ambito speciale, creature raffinate e colte. Gli interessi spaziano tra l’arte e la letteratura. Emma è una gallerista, il marito Robert fa l’editore e Jerry è un agente letterario, quindi in primis gli scrittori e i libri. Gli artisti e le loro opere sono al centro dei loro discorsi, intrisi di scintillante mondanità.

II tipico triangolo

Il classico lui lei e l’altro amoroso prende forma in un ambiente elevato, tra individui educati ai più elevati principi e sensibili alla bellezza. Una classe sociale in cui tradizionalmente vi è una grande apertura mentale e quindi comprensione per i vizi e le debolezze umane. Il buon gusto è fondamentale e paradossalmente l’estetica conta più dell’etica. In fondo l’adulterio è uno dei “peccati” più antichi, sancito e sanzionato nei libri sacri. Da questo un matrimonio in crisi potrebbe perfino, o così si dice, trarre nuovo slancio e nutrimento, dopo l’esaurirsi della curiosità e della novità. Il concludersi di una parentesi, una semplice distrazione, non così grave da stravolgere il collaudato ménage, in cui sono in gioco gli affetti, la reciproca stima, la frequentazione e in certo qual modo anche l’abitudine, oltre a una ormai consolidata e inevitabile complicità

I premi ricevuti e le tematica della gelosia presente nell’opera

In “Tradimenti” è un opera pluripremiata a partire dai Laurence Olivier Awards con una nomination e il premio come miglior opera teatrale nel 1979. Tradotta in varie lingue, rappresentata in con successo in Europa e nel mondo non affiora se non vagamente il tema della gelosia. Lo shakespeariano “mostro dagli occhi verdi” stravolge gli animi e acceca la mente, con esiti tragici e catastrofici.

Il pensiero del drammaturgo britannico sull’ amore

Nel suo stile sobrio e decisamente realistico, seppure distante dal mero naturalismo, Harold Pinter regala una sintesi folgorante dell’amore e del disamore, delle illusioni e disillusioni del cuore, del bisogno di sentirsi importanti e desiderati, al centro dell’esistenza di qualcun altro: una grammatica delle emozioni in cui contano forse più i sottintesi, le allusioni, le parole non dette, le frasi lasciate in sospeso. Il racconto si fa crudele e spietato nel gioco di specchi tra le diverse coppie. In un girotondo, in cui non solo il matrimonio di Emma e Robert viene messo in discussione, insieme alla lealtà di Jerry, e paradossalmente ma non troppo l’amicizia tra i due uomini resiste anche alla scoperta della relazione, così come la collaborazione professionale.

Considerazioni di Sinisi e dei suoi collaboratori sul modo di pensare dei personaggi

Michele Sinisi, insieme agli attori Stefania Medri e Stefano Braschi, riflette la psicologia dei personaggi. Dai moventi più intimi scaturiscono azioni e comportamenti, più o meno impulsivi o premeditati. Si cercano le radici di quell’irrequietezza che si traduce, nel caso di Emma, ma poi dello stesso Robert, per non dire di Jerry, in una serie di nuovi legami. Essi proiettano la propria perenne insoddisfazione o forse un’aspirazione alla perfezione, in una personale quanto paradossale, ma non troppo, ricerca della felicità.

La base iniziale di Sinisi sull’opera teatrale

«L’approfondimento dell’umano in tutte le sue sfaccettature è stato senza dubbio il punto di partenza del mio lavoro sull’opera» -afferma il regista Michele Sinisi –. «Importantissimo è stato un profondo confronto collettivo rispetto al testo e alle sue possibili interpretazioni. “Tradimenti” infatti è ricco di elementi di analisi, di spunti di riflessione che tutt’ora possono attivare, nel pubblico, una risposta “potente”. Bisogna solo cercare nuove prospettive da cui guardare il tradimento, esaminare la complessità di questo tema. Non basta rappresentarlo. Per fare questo ho reso la scenografia co-protagonista, elemento fondamentale infatti a portare fisicamente l’opera davanti allo spettatore creando un ambiente in cui i corpi e le voci possano emergere in tutta la loro forza vitale».

Il tradimento visto da un diversa prospettiva

«Il rischio di tradire in qualche modo il testo, la voce dell’autore è concreto e vivo ogni volta che si affronta un’opera, ma tradire, in questo senso, significa elaborare, dare alla voce autoriale uno spazio nuovo nel quale esprimersi» – sottolinea l’artista pugliese –. «Io ho deciso di affrontare questa “traduzione” in scena utilizzando come filo rosso quello del testo, dell’arte. La professione di gallerista di Emma, quella legata alla scrittura di Jerry e Robert sono gli elementi attraverso i quali il percorso artistico interroga se stesso, nel testo e nella scena».

L’unione tra la qualità del componimento e la bravura di Sinisi

Infine l’efficacia di una rappresentazione, nella poetica di Michele Sinisi, si lega alla capacità di risvegliare l’interesse degli spettatori: «Il teatro dev’essere allegro e entusiasmante. Gli spettatori devono pertanto trovare qualche cosa di se stesso, qualcosa che sia a lui vicino nella rappresentazione… “Tradimenti” deve riuscire ad appassionare, a muovere ad una riflessione, ad essere parte del presente».

About Giorgio Saitz

Appassionato di calcio a livello enciclopedico con la passione per l'economia e la giurisprudenza

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