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Dottore e dottoressa il genere femminile discriminato anche sulla salute

Il genere femminile discriminato anche sulla salute

L’Italia occupa il posto più basso dell’Unione europea nelle discriminazioni del genere femminile, il gender gap riguarda anche la salute.


Negli ultimi decenni in medicina vi è stata una crescente attenzione alle differenze di
genere che ha portato a una maggior consapevolezza da parte di chi lavora in questo ambito
circa l’importanza di un approccio gender oriented. Ciononostante, persistono pregiudizi e
disuguaglianze di genere, il gender gap, che influenzano la diagnosi, il trattamento e la gestione dei/delle pazienti. Il presente lavoro ha indagato il livello di consapevolezza di genere in medici di medicina generale in attività o ancora in formazione.

Attraverso modelli di regressione è stata analizzata la relazione tra 3 dimensioni della consapevolezza di
genere in ambito medico-clinico (1. sensibilità di genere, 2. adesione a stereotipi di genere
relativi ai/alle pazienti
e 3. relativi a donne e uomini medico) e atteggiamenti sessisti ed em-
patia verso i/le pazienti. I risultati hanno evidenziato che essere un medico in formazione è
associato a una maggior sensibilità alle differenze di genere e a una minor tendenza ad aderire
a stereotipi di genere nei confronti dei/delle pazienti.

Attenzione alla dimensione di genere

Anche una maggior disponibilità a prestare attenzione agli aspetti emotivi dei/delle pazienti è associata a una maggiore attenzione alla dimensione di genere. Inoltre, il sessismo è risultato un predittore significativo sia dell’adesione a stereotipi di genere verso i/le pazienti e sia verso gli uomini/le donne medico.

Lo studio sottolinea la necessità di investire nella formazione, al fine di preparare professio-
nisti in grado di cogliere le specificità degli individui, contribuendo a fornire a tutti un’assi-
stenza appropriata e garantendo parità di salute tra donne e uomini.

Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy sottolinea: “Le donne che accedono a studi clinici sono percentualmente inferiori rispetto agli uomini. Forse una riflessione va fatta rispetto alla centralità della donna ancora come perno della famiglia e alla difficoltà di avere caregiver che possano sostenere il suo accesso a sperimentazioni cliniche”.

Lo studio della medicina di genere

All’inizio lo studio della medicina di genere era focalizzato soprattutto sugli aspetti riproduttivi della donna, come quello ginecologico e ostetrico, poi sempre maggiore attenzione è stata data alle differenze di genere legate alla tolleranza alle terapie, alla possibilità di accedere a terapie sperimentali, alla diversa possibilità di sviluppare eventuali risposte al trattamento o possibili tossicità, in maniera differente rispetto al genere stesso. Ma molto rimane ancora da fare.

Le donne coprono una posizione particolarmente importante nella società, sia per il loro ruolo produttivo e, come detto prima, riproduttivo, sia per il loro ruolo come utenti e operatrici del sistema sanitario. Per questo motivo si richiama l’attenzione sulla necessità di implementare i sistemi sanitari con riforme che rispondano al meglio alle necessità sanitarie di donne e ragazze.

I rischi per la salute di una donna

Gli incidenti stradali sono una causa di morte per le ragazze adolescenti nell’età riproduttiva ma anche gli incendi domestici sono causa di morte. Molti derivano da incidenti legati alla cottura del cibo, ma molti altri sono omicidi o suicidi, spesso associati a violenze da parte del partner.

Il suicidio è la prima causa di morte per le donne comprese tra i 20 e i 59 anni. I problemi di salute mentale, e soprattutto la depressione, sono una delle maggiori cause di disabilità per le donne a tutte le età e sono spesso causati dal basso status sociale della donna, dall’impatto del lavoro e dalle violenze subite dal partner o da conoscenti di genere maschile.

Sopra i 60 anni di età le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte per le donne, ma anche le malattie croniche ostruttive delle vie aeree, legate all’esposizione al fumo e all’inquinamento dell’aria indoor, hanno un impatto significativo sulla salute femminile.

Gender gap negli atenei

Un aspetto su cui riflettere quando parliamo di medicina di genere, è che le donne che accedono a studi clinici sono percentualmente inferiori rispetto agli uomini”. Sottolinea la Professoressa Rossana Berardi. “Forse una riflessione va fatta rispetto alla centralità della donna ancora come perno della famiglia e alla difficoltà di avere caregiver che possano in qualche modo sostenere il suo accesso a sperimentazioni cliniche, se questo comporta accessi in strutture lontane dalla propria residenza, magari più frequenti rispetto alla normale pratica clinica”.

Discriminazione di genere per la salute delle donne

La salute delle donne è da sempre stata una preoccupazione ma oggi è diventata un’urgente priorità. Le donne di solito vivono più a lungo degli uomini, sia per ragioni biologiche sia per ragioni comportamentali, ma in alcune regioni, questi vantaggi sono compromessi dalle discriminazioni di genere. Le discriminazioni abbassano l’aspettativa di vita del sesso femminile e le disuguaglianze di genere, per esempio nell’educazione, nel profitto e nell’occupazione, limitano la possibilità delle ragazze e delle donne di proteggere la propria salute.

Le disuguaglianze sanitarie tra le donne sono evidenti non solo tra Paesi diversi, ma anche tra differenti classi sociali all’interno dello stesso Paese: fattori sociali ed economici come l’accesso all’educazione, il benessere domestico e il luogo di residenza, influenzano fortemente la salute della donna. La salute di una donna durante i suoi anni fertili (tra i 15 e i 49 anni) è importante non solo per la donna stessa, ma anche per la salute della generazione successiva.

L’empatia della professionista di genere femminile

Altro discorso è quello del genere del professionista sanitario. “A questo proposito, con il gruppo del Lazio di Women for Oncology, stiamo elaborando un sondaggio per comprendere meglio se ci possano essere differenze dal punto di vista del percepito delle pazienti e dei pazienti, rispetto ad avere un riferimento medico uomo o donna”. – continua la Professoressa Berardi – “Ad oggi abbiamo raccolto una serie di testimonianze di pazienti che si sentono spesso compresi meglio da una presa in carico che tenga conto del genere. Anche se va detto che, in primis, quello che è importante è la competenza, l’umanità e la disponibilità del professionista sanitario, a dispetto del genere”.

“A tal proposito, prima di concludere volevo fare un cenno sul gender gap: noi come Women for Oncology Italy sosteniamo da sempre un’ottica di genere che possa valorizzare in senso positivo e meritocratico il genere anche dal punto di vista delle professioniste. Sottolineo che gli iscritti che si iscrivono alla Facoltà di Medicina sono per due terzi donne e, nonostante questo, i ruoli apicali sono occupati principalmente dagli uomini. Di questo passo, stando ai dati del congresso della Società Europea di Oncologia Medica, il gap per colmare il divario nello specifico della nostra disciplina è di 300 anni”.

In conclusione il rapporto mette in evidenza l’interazione tra i determinanti biologici e sociali della salute delle donne e richiama l’attenzione sul ruolo della disuguaglianza di genere nell’aumentare l’esposizione e la vulnerabilità ai rischi, limitando l’accesso alla salute, e nel limitare l’accesso all’assistenza sanitaria e alle informazioni e quindi nell’influenzare i risultati sanitari stessi.

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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