Il regista nuorese, ospite di Passaggi d’Autore a Sant’Antioco racconta su Unica Radio il suo docufilm Arbores
Durante il 1800, una speculazione selvaggia guidata dal governo piemontese dei Savoia, rade al suolo l’ottanta percento dei boschi della Sardegna. Nel 1861 il Regno di Sardegna si trasforma in Regno d’Italia e la Sardegna paga il suo tributo al nuovo Stato diventando, ormai brulla, l’Isola delle pecore. Oggi, dopo gli speculatori, i taglialegna, i carbonai, gli incendi, la foresta ricresce. È questa la storia raccontata nel docufilm del regista nuorese Francesco Bussalai intitolato Arbores e presentato a Sant’Antioco durante il Festival Passaggi d’Autore.
Bussalai racconta: “Questa è una storia nata prima dei mezzi di riproduzione delle immagini: la fotografia è di metà Ottocento e i primi fotografi che arrivano in Sardegna vedono già una Sardegna deserta. Non c’è pittura naturalistica di quegli anni. Chi ha raccontato queste storie è stata Grazia Deledda, anni dopo che sono successe, come nel racconto Nostro padrone. Ed è un argomento che lei conosceva bene, visto che il padre di mestiere tagliava i boschi, gli alberi”
Filmmaker ed ex-economista, Francesco Bussalai è nato a Nuoro nel 1965. Dopo la laurea in Economia all’Università di Cagliari e il Master in Economics alla University of York (GB), per 18 anni ha lavorato come esperto del mercato del lavoro per la Regione Sardegna. Inventa e realizza per l’Agenzia Regionale per il Lavoro la manifestazione “Il Cinema racconta il lavoro”. Negli stessi anni realizza ‘Cancelli di fumo’, storia onirica sulla Manifattura tabacchi di Cagliari e altri corti d’autore e documentari come “Il pranzo di Alice”, “Chiloè” e “Vietato attraversare i binari” che partecipano a festival in tutto il mondo, vincendo numerosi premi. Nel 2015 lascia il lavoro alla Regione e intraprende un viaggio negli Stati Uniti che lo porterà a realizzare il lungometraggio Re-legalized, partecipando al dibattito sulla legalizzazione della cannabis in Italia.