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Giorgio Lupano nel ruolo del protagonista di “La vita al contrario” al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo
Giorgio Lupano nel ruolo del protagonista di “La vita al contrario”

Teatro San Bartolomeo a Meana Sardo, la Grande Prosa

Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa al Teatro “San Bartolomeo” di Meana Sardo organizzata dal CeDAC Sardegna.

La stagione 2022-2023 de La Grande Prosa al Teatro “San Bartolomeo” di Meana Sardo sarà organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di Meana Sardo, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione di Sardegna . Cinque titoli in cartellone tra gennaio e aprile con protagonisti come Giorgio Lupano, Stefano Masciarelli e Fabrizio Coniglio, accanto a Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti, all’attrice algherese Chiara Murru e al comico Gabriele Cirilli.

Si inizia con un focus sulla drammaturgia contemporanea con “La vita al contrario” da “Il curioso caso di Benjamin Button” di Francis Scott Fitzgerald. Segue “Raccontami di domani” con testo e regia di César Brie, “Rut” di Cristoph Nix. Si continua con un ironico affresco del Belpaese con “Stavamo meglio quando stavamo peggio?” di Fabrizio Coniglio. Finisce Stefano Masciarelli e finale con brio con “Duepuntozero”, il nuovo, divertente spettacolo di Gabriele Cirilli.

La Grande Prosa

Si apre con uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea con raffinati e intrecci fra letteratura, teatro e cinema e intensi ritratti al femminile. Accanto vi sono le riflessioni semiserie sulle trasformazioni del Belpaese e sui paradossi della modernità.

Cinque titoli in cartellone da gennaio ad aprile con artisti di grande calibro. Inizia Giorgio Lupano, protagonista de “La vita al contrario”, da “Il curioso caso di Benjamin Button” di Francis Scott Fitzgerald. Segue l’attore e comico Stefano Masciarelli insieme con Fabrizio Coniglio per un esilarante “Stava mo meglio quando stavamo peggio?”. Finisce il comico Gabriele Cirilli che presenta il suo nuovo spettacolo “Duepuntozero”.

L’attore e drammaturgo argentino César Brie, tra i fondatori della Comuna Baires, firma testo e regia di “Raccontami di domani” con Vera Della Pasqua e Rossella Guidotti. Mentre Chiara Murru interpreta “Rut” di Christoph Nix, per la regia di Nicola Bremer, rilettura della figura dell’eroina biblica, simbolo di lealtà e di pietas.

«Con il Cedac si rinnova una collaborazione ormai trentennale, un rapporto duraturo che anno dopo anno garantisce sempre importanti risultati. Anche quest’anno, ci aspettiamo di confermare grazie all’ottima riscontro che sempre ci viene dal pubblico» – sottolinea il sindaco di Meana Sardo Marco Demuru –. «Come sempre il livello degli spettacoli proposti è molto alto, la programmazione è molto varia, ed è pensata per soddisfare il gusto di un pubblico di appassionati della prosa e curiosi delle novità, e al tempo stesso pensata anche per attrarre nuovi spettatori delle fasce più giovani».

Un cartellone intrigante per un viaggio tra le umane passioni, seguendo il filo delle storie emblematiche e surreali, tra ironia e pathos, fantasia e poesia. La Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa del teatro di Meana Sardo affronta temi universali e importanti come l’amore e l’amicizia, la solidarietà, il rispetto, ma anche la necessità di confrontarsi con la società, cogliendone le contraddizioni e cercando di salvaguardare valori e ideali.

Tra affascinanti monologhi, dialoghi divertenti, battute e sketches, una rosa di titoli per far sorridere e pensare. Nel cuore della Barbagia di Belvì una proposta mirata, capace di attrarre un pubblico attento e curioso delle novità. Una politica di prezzi particolarmente vantaggiosa, per un’idea di teatro accessibile, spazio di incontro e confronto, è fondamentale per la vita culturale della comunità.

Il Cartellone

Il sipario si apre sabato 21 gennaio alle 21 su “La vita al contrario”, da “Il curioso caso di Benjamin Button” di Francis Scott Fitzgerald. L’elaborazione di Pino Tierno trasporta nel teatro la stravagante vicenda di un uomo nato in un corpo da vecchio, per poi ringiovanire fino a trasformarsi in un neonato. Sotto i riflettori c’è un convincente Giorgio Lupano nel ruolo del protagonista Nino. Elisabetta Dugatto invece presta volto e voce a tutte le donne della sua vita.

Alla regia di Ferdinando Ceriani dirige una pièce avvincente sullo sfondo dei mutamenti politici, sociali e culturali del Belpaese dall’Unità fino agli Anni Sessanta. Quel bambino apparentemente incurabile, affetto da disturbi senili, cresce finché nella maturità mente e corpo si trovano in armonia, per poi nuovamente divergere. Prima di perdere la memoria, decide di raccontare la sua storia, così singolare, ma anche emblematica per una riflessione sulla condizione umana e sull’inesorabile scorrere del tempo.

Una favola moderna rivive sulla scena grazie al talento di Giorgio Lupano. Un’avventura fantastica per rammentare, come afferma Nino, che «non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere».


Sabato 11 febbraio alle 21 vite allo specchio, con “Raccontami di domani”, una pièce originale per il teatro con drammaturgia e regia di César Brie. Il tutto è impreziosito da testi di Florencia Michalewicz, Vera Dalla Pasqua e Chiara Davolio. È un viaggio nell’universo femminile attraverso le confidenze tra due amiche. Focus sui legami, i pensieri, le emozioni, i ricordi e i segreti in un dialogo tra donne, nell’intimità di una stanza da bagno. Una dimensione quasi rituale in cui riemergono antiche complicità e diventa possibile mettersi a nudo, dire fino in fondo la verità.

Nel cuore della casa, in una sorta di gineceo, le due protagoniste, interpretate da Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti, si raccontano e intanto si preparano, attente al proprio aspetto, all’acconciatura, all’immagine di sé davanti alle conseguenze di un corpo che cambia, insieme alla maggiore consapevolezza delle proprie inclinazioni, dei propri talenti e dei propri desideri.

Quasi una cerimonia di purificazione, una simbolica catarsi mentre «gli oggetti più umili ci interpellano, diventano compagni di scena», si legge nelle note di presentazione. «Il volto dell’amica ci guarda attraverso lo specchio affinché il reale, rannicchiato ed invisibile ci si riveli come quelle verità che si possono confidare solo in segreto».

Sabato 25 febbraio alle 21 un interrogativo cruciale per “Stavamo meglio quando stavamo peggio?” di Fabrizio Coniglio e Stefano Masciarelli. Una riflessione sulle trasformazioni della società e sulla fine di un sogno attraverso la chiave dell’ironia e della leggerezza. La vis comica di Stefano Masciarelli, in scena a teatro con Fabrizio Coniglio, sulle note di Diego Trivellini, per riscoprire le atmosfere dell’Italia negli Anni Sessanta e Settanta con lo sguardo di chi ha vissuto in gioventù le contraddizioni e i conflitti, lo spirito rivoluzionario e la fiducia nelle «magnifiche sorti e progressive» con l’ingenuo entusiasmo del Belpaese, risorto dalle macerie della seconda guerra mondiale.

«Il viaggio comincia da una mansarda dove il protagonista riscopre vecchi oggetti, libri e canzoni di un paese, L’Italia, che sapeva ridere». Mentre rievoca lo «stato d’animo collettivo» di quel periodo, l’uomo si chiede cosa sia cambiato, che cosa sia andato perduto. Il poliedrico attore e cantante Stefano Masciarelli, insieme con Fabrizio Coniglio, propone un’antologia di brani celebri di Alberto Sordi e Domenico Modugno, e altri ancora. Formano così la colonna sonora di «quell’Italia del sorriso e del sogno», in una performance fra teatro, musica per sorridere e (ri)pensare alla storia recente e a “come eravamo”, con un pizzico di nostalgia.

Sabato 18 marzo alle 21 un intenso ritratto al femminile con “Rut” di Christoph Nix. L’interpretazione è di Chiara Murru con la regia di Nicola Bremer, per un affascinante itinerario alla riscoperta di una figura biblica. È la storia della giovane moabita che, rimasta vedova, sceglie di seguire la suocera Noemi in Israele. La pièce offre materia di riflessione sulla condizione delle donne nella società e sull’essere “stranieri”.

La commedia drammatica originale, ispirata al Libro di Rut. L’eroina, antenata del futuro re Davide, rinuncia a rifarsi una vita nella sua terra natale, per trasferirsi insieme alla madre del marito defunto nella patria di lei, dove diventa sposa di Boaz. “Rut” ripercorre la vicenda con le parole della protagonista. «Sognavo di una città delle donne, di un luogo dove essere libere», afferma, nel mettere in discussione le norme e le consuetudini di una civiltà patriarcale.

«Il testo di Christoph Nix sembra dirci che ad un certo punto della vita è necessario provare sulla propria pelle la situazione di estraneità, di lontananza dalla propria terra e imparare così la solidarietà e l’accoglienza», sottolinea Nicola Bremer. «È interessante come “gher” in ebraico significhi sia “residente” che “straniero”, perché la terra va abitata non posseduta».

Sabato 22 aprile alle 21 focus sugli effetti collaterali e paradossali della modernità con “Duepuntozero”. Il nuovo divertente spettacolo è scritto da Gabriele Cirilli con Mattia Cirilli, Maria De Luca, Lucio Leone e Gianluca Giugliarelli. Il coinvolgente one man show è su misura per l’attore e comico, cabarettista e umorista.

Tra sketches e battute, Gabriele Cirilli mette l’accento sulla difficoltà e insieme la necessità di «sopravvivere stando al passo con il tempo, ma soprattutto col linguaggio e la continua ricerca del nuovo», cimentandosi con differenti registri e stili «dalla commedia degli equivoci al cabaret», alternando «racconti di vita vissuta comica ma che toccano anche le corde del cuore, canzoni, monologhi e gag irresistibili». “Duepuntozero” segna il ritorno in teatro dell’artista. Dopo “Donna Gabriella e i suoi figli”, “Cirque du Cirill” e il musical “La famiglia Addams”, con uno spettacolo brillante per la regia di Valter Lupo. Con arguzia e (auto)ironia Gabriele Cirilli affronta il tema complesso del rapporto con le nuove tecnologie e i social media alle soglie del Terzo Millennio.


About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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