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Gli italiani scelgono dispositivi smart per la casa

Gli italiani scelgono sempre più dispositivi smart per la loro casa: i dati della ricerca condotta da BVA Doxa per UL Solutions.

Otto italiani su 10 (77%) si dicono propensi all’acquisto di un dispositivo intelligente per casa entro i prossimi due anni. Mentre 2 su 3 (67%) hanno dichiarato di essere interessati a comprare almeno un oggetto smart personale nello stesso arco temporale. I lavoratori in smart working sono quelli che hanno mostrato una propensione maggiore all’acquisto di prodotti smart per la casa e personali.

Quali prodotti si vendono di più?

L’aumento dei costi dell’energia e la situazione di incertezza economica hanno spinto in alto l’acquisto di dispositivi smart per il controllo dei consumi e l’efficientamento energetico. Mentre lo smart working ha accelerato l’acquisto di prodotti per l’entertainment e la gestione della casa.

È quanto emerge da “Smart home e dispositivi personali smart: il punto di vista dei consumatori italiani”. Ricerca condotta da BVA Doxa per UL Solutions, società che si occupa di certificazioni di sicurezza dei prodotti. L’indagine è stata condotta nel secondo semestre del 2022. Su un campione composto da 1.000 persone (50% uomini e 50% donne) tra i 18-64 anni, rappresentativo dell’universo di riferimento per le principali variabili socio-demografiche.

L’indagine ha analizzato in particolare le tendenze, la propensione e le ragioni d’acquisto nei settori smart home e smart personal device. La facilità di installazione dei dispositivi e le aree di miglioramento attese dai consumatori. Tra i criteri di scelta dei prodotti smart, gli intervistati hanno indicato ai primi posti come “molto importante”: una comunicazione chiara e trasparente sui possibili rischi per la privacy o la salute (48%). Ma anche una app di gestione del dispositivo con ottime recensioni (45%), la certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente (43%).

Timori e diffidenze

A proposito dei fattori che invece frenano l’adozione emergono i timori legati alla sicurezza e ai rischi per la salute. Circa il 30% degli intervistati ha espresso una paura legata alla sicurezza degli oggetti smart. Tra quelli che si dichiarano “molto preoccupati”, 1 su 3 teme fortemente possibili attacchi informatici e conseguenti rischi per la privacy. 1 su 4 è spaventato dalla possibilità che il proprio dispositivo smart possa essere hackerato e quindi controllato da terzi. E 1 su 5 teme in modo particolare i possibili effetti nocivi sulla salute dovuti alle emissioni di onde radio derivanti dall’utilizzo quotidiano degli oggetti smart.

Oggetti ‘smart’ analizzati

Lo studio ha esaminato quattro categorie di prodotti per la smart home. Ovvero gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica. E quattro nell’ambito dei dispositivi personali smart. In particolare, oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e device per l’assistenza e il controllo delle persone fragili.

Per quanto riguarda i prodotti per la casa intelligente, dallo studio è emerso che i lavoratori in smart working, in particolare quelli che hanno iniziato tra il 2020 e il 2021 sull’onda dell’emergenza pandemica, hanno mostrato una propensione all’acquisto di prodotti smart maggiore rispetto al totale degli intervistati.

I dati

Sono più frequentemente uomini (+8%), tendenzialmente più giovani, con una concentrazione (+7%) nella fascia di età media (35-54enni). Analizzando le tendenze d’acquisto, gli smart worker hanno comprato più dispositivi per la casa rispetto al totale del campione (+7%). In particolare più sistemi smart per l’efficientamento energetico (+ 9%), device per la domotica e l’entertainment (+8%), elettrodomestici (+8%).

La tendenza ad acquistare più prodotti smart da parte di chi lavora in remoto rispetto al totale dei partecipanti al sondaggio è ancora più evidente se si analizza il possesso di smart device personali (+12% nel complesso). In particolare i prodotti per l’health monitor (+9% negli ultimi due anni) e gli oggetti smart indossabili (+7%). Positiva, ma meno evidente, la differenza rilevabile per i prodotti per il monitoraggio e l’assistenza alle persone fragili (+3%).

Secondo i risultati della ricerca, negli ultimi due anni gli acquisti di dispositivi per la smart home hanno riguardato principalmente (60%) la gestione della casa e l’entertainment. Elettrodomestici e dispositivi smart per la sicurezza rappresentano ciascuno una quota del 39% degli acquisti dichiarati dagli intervistati. Seguono a ruota con il 34% i dispositivi per l’efficientamento energetico.

Le principali ragioni d’acquisto

Riguardano principalmente la comodità, la capacità di gestire apparecchi ed elettrodomestici a distanza tramite app. E, naturalmente, la possibilità di rendere più sicura la propria casa. Ma la propensione agli acquisti futuri vede in cima alla classifica dei device per la casa intelligente i dispositivi per il controllo dei consumi e il risparmio energetico.

L’aumento dei costi dell’energia, che nell’attuale contesto economico rappresenta un grave problema per famiglie e aziende, sta infatti diventando il principale driver di adozione. Secondo l’indagine di UL Solutions, al primo posto tra i prodotti smart home da acquistare nei prossimi due anni figurano varie opzioni. Termostati, climatizzatori, sistemi di controllo della temperatura e dei consumi elettrici, prese e lampadine. Il trend, già in corso da qualche tempo, è destinato a crescere nel breve e medio termine.

Tra le categorie di dispositivi smart personali, gli oggetti indossabili connessi per il fitness e il tempo libero  risultano essere i più acquistati negli ultimi 2-3 anni (31%). Come smartwatch, braccialetti, anelli, collane, borse, occhiali, cappelli e indumenti.

Seguono i dispositivi di health monitoring scelti nel 20% dei casi, probabilmente anche a seguito delle esigenze emerse durante la situazione sanitaria post Covid. Solo l’8% di coloro che hanno comprato oggetti smart personali ha acquistato sistemi di monitoraggio dei bambini (es. bracciali connessi, baby monitor WiFi). O per l’assistenza delle persone fragili.

Le preferenze d’acquisto rilevate dall’indagine si riflettono anche sulla propensione per il futuro. I device per il benessere e quelli per il controllo della salute attraggono entrambi il 35% degli intervistati. Mentre le intenzioni d’acquisto di sistemi per l’assistenza alle persone fragili (19%) e dispositivi per il monitoraggio dei bambini (11%) risultano più marginali.

Tra i motivi d’acquisto più citati spicca il tema trasversale del controllo in ogni sua declinazione. Controllo della salute, del benessere, della sicurezza delle persone fragili e dei bambini. Una necessità che può trovare risposta solo nell’impegno e nella capacità dei produttori di garantire l’affidabilità e la sicurezza di tutti questi oggetti. La protezione della privacy, la conformità agli standard e alle norme che ne regolano il corretto funzionamento. Per questo, in particolare nel caso degli apparecchi di monitoraggio dei bambini, la certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente è considerata un fattore importante per la scelta.

Per tutte e quattro le tipologie dei prodotti oggetto dell’indagine, si evidenzia una richiesta di miglioramento delle funzionalità e una maggiore chiarezza nel comunicare i vantaggi offerti dall’utilizzo di questi prodotti rispetto a sistemi più tradizionali. Colpisce la necessità di maggiore protezione della privacy espressa da coloro che hanno acquistato dispositivi per il fitness (35% del campione, la quota più elevata). Indice di timori per la sicurezza e la riservatezza dei propri dati.

Il giudizio in merito alla facilità di installazione e configurazione varia a seconda della tipologia di prodotto. Circa 8 utenti su 10 si sono occupati personalmente dell’installazione dei dispositivi acquistati. Nel caso dei device per il fitness, 7 utenti su 10 considerano facile la configurazione. Per le altre categorie, la procedura di installazione appare più complicata, forse perché meno intuitiva per prodotti entrati da poco nell’uso quotidiano.

Per quanto riguarda le app di gestione degli smart device personali, si osserva un buon livello di soddisfazione soprattutto per i dispositivi di fitness. Ma emergono ampi spazi di miglioramento per le altre categorie di prodotto analizzate. Lo sviluppo di interfacce semplici e user friendly, un aggiornamento costante e funzionalità utili per il monitoraggio dell’attività sportiva, della salute personale e delle persone fragili sono molto apprezzate dai consumatori.

About Laura Piras

Studentessa della facoltà di Scienze Politiche. Vivo a San Sperate, un paese a circa 20 minuti da Cagliari. Mi piace seguire l'attualità e discuterne. Sono impegnata nel mondo del volontariato da circa 4 anni presso un'associazione di soccorso.

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