Tumore del colon retto: una nuova speranza per l’immunoterapia al fine di prevenire le metastasi al fegato.
“I nostri risultati – afferma lo specialista – forniscono a livello preclinico una prova incoraggiante dell’efficacia e della sicurezza della strategia” sperimentata. Ma “è ora necessario valutare con ulteriori studi – precisa – quali pazienti con tumori primitivi del colon retto potrebbero meglio beneficiare di questa terapia peri-operatoria e preparare la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno”.
Il tumore del colon retto secondo per incidenza e mortalità in Italia
Il tumore del colon retto – ricorda una nota del San Raffaele – è una delle neoplasie a più elevata incidenza nel mondo, e solo in Italia è al secondo posto nella popolazione maschile e femminile per incidenza e mortalità. Le campagne di screening e i progressi in chirurgia, radioterapia e oncologia ne hanno ridotto l’incidenza e migliorato le possibilità di cura. Tuttavia il tasso di mortalità è ancora elevato e spesso associato alla diffusione delle cellule tumorali maligne in altri siti, con il fegato come sede più comune di colonizzazione metastatica.
Gli scienziati del San Raffaele hanno provato dunque a scongiurare questo rischio metastasi con una nuova modalità di somministrazione dell’interferone alfa. Se è vero infatti che le proprietà antitumorali del farmaco sono ormai riconosciute in campo medico, la sua somministrazione per via sistemica a dosi relativamente elevate ha mostrato un’efficacia limitata, specie a causa di gravi effetti collaterali in tutto l’organismo. Per migliorare il profilo farmacocinetico dell’interferone alfa, rendendolo più efficace e tollerabile, i ricercatori del San Raffaele hanno quindi ideato una strategia innovativa. Da un lato il farmaco viene utilizzato a basse dosi, dall’altro è somministrato nella fase peri-operatoria, considerata un momento critico nella disseminazione metastatica delle cellule tumorali.
“In questo modo – evidenzia Sitia – l’interferone, rilasciato in maniera continua, prima e dopo l’intervento, è in grado di stimolare le cellule endoteliali del fegato e orchestrare le sue molteplici funzioni antitumorali. Evitando al tempo stesso gli effetti tossici della somministrazione ad alte dosi”. La speranza dei ricercatori è che l’interferone alfa a lento rilascio, già approvato per uso clinico, possa essere utilizzato come immunoterapia prima e durante l’intervento chirurgico di rimozione di tumori primari al colon retto, soprattutto nei pazienti più a rischio di sviluppare metastasi epatiche.