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Gambling nella storia, dalle origini alla digitalizzazione

Le imprese dell’uomo, nel passato fino ai giorni nostri, vanno di pari passi col suo bisogno di svago, di intrattenimento, di sfidare e sfidarsi e di provare forti emozioni.

Oggi il gioco d’azzardo, i tavoli da poker, i casinò online, le roulette sono noti ai più e anche molto apprezzati. La digitalizzazione del gambling rende in chiave contemporanea un’antica tradizione, una storia che racconta di giochi, di attività ludiche, create, ricercate, fortemente volute, che hanno apportato il loro contributo alla società. Ecco in che modo è nato il gioco d’azzardo.

In principio era… il gioco coi dadi

Molti giocatori conoscono il solo gioco digitale, quello fatto di roulette, di carte, di puntate virtuali, di slot machine e di lotterie, di cui possono usufruire facilmente tramite app e siti di casino online.

Non molti, però, conoscono l’universo che si cela dietro la digitalizzazione del gambling. Anche il gioco d’azzardo, infatti, ha una sua storia ricca di eventi ed evoluzioni che lo hanno portato fino ad oggi.

Le origini del gioco sono davvero molto antiche e questo si evince da numerose testimonianze archeologiche. L’uomo ha sempre avuto bisogno del gioco, non solo come momento ludico, ma anche come opportunità di sfogo, di confronto, di socializzazione.

Gli antichi Greci come i Romani e gli Egiziani giocavano con tutto ciò che avevano a portata di mano, palle, biglie, birilli, simboli, corde, piastrine. Inventavano regole, punteggi, sistemi sempre più sofisticati per gareggiare e primeggiare.

Nell’antica Roma era molto in voga il gioco dei dadi, all’epoca chiamati tessere. Di vario materiale, i dadi erano segnati da numeri su ogni lato e, subito dopo il lancio, quando atterravano al suolo, i giocatori contavano il punteggio realizzato e si distribuivano le vincite.

Dai dadi alle bische clandestine in epoca romana

Una delle evoluzioni o varianti del gioco con i dadi si può considerare il gioco da tavolo “delle dodici linee”, in parte antesignano del backgammon dove il tiro del dado determinava la disposizione di 15 pedine in capo ad ogni giocatore.

Simile a questo era il “gioco dei soldati”, precursore della dama e degli scacchi.

Naturalmente non si possono conoscere le procedure di tutti i giochi antichi ma in alcuni casi sono facilmente ipotizzabili.

Viaggiando nel tempo fino all’età repubblicana della storia romana, il gioco d’azzardo risultava proibito tranne in occasioni speciali come le celebrazioni religiose dei Saturnalia durante le quali ogni tabù crollava. Nei giorni comuni, però il gioco d’azzardo, considerato losco, era punito.

Questo non frenò i più assidui giocatori che si organizzarono in bische clandestine. Altro non erano che angusti retrobotteghe o passaggi segreti che conducevano nei sotterranei di qualche edificio. A dimostrazione dell’irrinunciabilità di tale tipo di intrattenimento.

In conclusione, il gioco d’azzardo, nella storia della società umana, ha rappresentato uno dei momenti liberatori, un diversivo, un confronto adrenalinico di cui l’animo umano ha sempre avuto bisogno. È diventato necessario al punto da praticarlo ugualmente anche nei periodi in cui era precluso.

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