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Cancro polmone: test identifica chi sottoporre a screening

Cancro al polmone: prima causa di morte per neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne

Nel nostro Paese, secondo l’Associazione italiana registri tumori, il cancro al polmone, con quasi 40mila decessi, è la prima causa di morte per neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne. Il tumore, nella maggior parte dei casi, viene scoperto quando è già in fase avanzata. Individuarlo precocemente non è cosa semplice. Tuttavia, grazie alla ricerca, è possibile intervenire prima e meglio per prevenirne l’insorgenza. I ricercatori dell‘Md Anderson Medical Center di Houston (Texas), hanno messo a punto un nuovo sistema per identificare chi ha maggiore probabilità di sviluppare il tumore, combinando la biopsia liquida con un modello di valutazione della storia dell’individuo, come età ed esposizione al fumo. E’ quanto riporta un articolo pubblicato su Alleati per la Salute, portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.

Negli Usa lo screening per il tumore al polmone è una consuetudine: una volta l’anno si invitano a sottoporsi a Tac a basso dosaggio di radiazioni tutte le persone tra i 50 e gli 80 anni fumatori (o ex fumatori, che hanno smesso da meno di 15 anni). Secondo gli scienziati di Houston, è però possibile migliorare questo criterio di selezione.

“Sappiamo che una piccola percentuale di persone effettua già lo screening, ma questo non è facilmente disponibile nella maggior parte dei paesi”. Ha commentato Sam Hanash, autore dello studio, alla guida del McCombs Institute for the Early Detection and Treatment of Cancer. “Da qui l’obiettivo di sviluppare un esame del sangue che può essere utilizzato prima per determinare la necessità di screening e rendere lo screening per il cancro ai polmoni molto più efficace. Il nostro studio mostra per la prima volta che un esame del sangue potrebbe essere utile per determinare chi può beneficiare dello screening del cancro ai polmoni”.

Lo studio

Tra gli elementi presi in considerazione nella storia personale delle persone età ed esposizione al fumo che resta il fattore di rischio più importante. Esiste infatti un chiaro rapporto tra questa abitudine e la malattia, e ciò vale anche per l’esposizione al fumo passivo. Più si è fumato, o più fumo si è respirato nella vita, maggiore è la probabilità di ammalarsi.

Nel loro studio, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, hanno sviluppato un test di valutazione personalizzata del rischio di tumore ai polmoni che analizza quattro marcatori presenti nel sangue e un altro modello di rischio che tiene conto dell’età e degli anni di dipendenza dal fumo di sigaretta (chiamato PLCOm2012). Il nuovo sistema (prelievo e modello PLCOm2012) è stato testato in 1.299 campioni di sangue raccolti prima della diagnosi di cancro e in 8.709 campioni di persone che non hanno sviluppato il tumore. In questo modo, i ricercatori hanno identificato con lo screening annuale (tra le persone che fumavano 10 o più pacchetti di sigarette/anno) il 9,2% in più di casi di tumore del polmone e ridotto del 13,7% il rinvio a ulteriori esami per falsi positivi.

About Camilla Lai

Sono Camilla, ho 22 anni e sono nata a Cagliari nel Maggio del 2000. Studio Beni Culturali e Spettacolo all’Università di Cagliari.

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