Alleanza tra Meta e Microsoft per costruire un metaverso “aperto”.
AGI – Mark Zuckerberg ha detto al mondo cosa vuole fare da grande: “Costruire un metaverso aperto e interoperabile”. Cioè – ha spiegato durante la conferenza Meta Connect – un ambiente che fonde realtà virtuale, aumentata e mista, nel quale diverse imprese collaborano. “In ogni generazione ci sono ecosistemi aperti e chiusi, Windows e Mac, Android e iOS”, ha sottolineato con una frecciata a Apple, che con i suoi aggiornamenti ha penalizzato la pubblicità mirata e fatto perdere a Meta una decina di miliardi. Il ruolo di Meta “non è semplicemente quello di aiutare a costruire un ecosistema, ma assicurarsi che prevalga”.
L’alleanze con Microsoft
Questa volta Zuckerberg non si è fermato alle parole. Sullo schermo è comparso Satya Nadella, ceo di Microsoft, per annunciare la collaborazione tra le due compagnie. Meta ci mette il suo nuovo visore (il Quest Pro) e le sue piattaforme, Microsoft le sue soluzioni per le aziende, i videogiochi e il cloud. Teams, Office e Windows verranno arricchite con funzioni in realtà virtuale e mista, con videoconferenze in cui le facce reali riprese dalle fotocamere possono mescolarsi con gli avatar. Anche i giochi in cloud di Xbox verranno integrati con la linea Quest, moltiplicando l’offerta di titoli.
Nadella si è detto “entusiasta del metaverso”. E con la partnership ci entra in modo deciso, ampliando ulteriormente il perimetro dei propri servizi. Dall’altra parte Meta, in nome dell’apertura, sceglie di non fare in casa ogni cosa ma di popolare il metaverso con applicazioni già molto diffuse. Iniziando dalle imprese e dalla produttività (e quindi dal leader di settore come Microsoft) e dai meeting (ha siglato una partnership anche con Zoom). Secondo Zuckerberg, le applicazioni in realtà mista e virtuale presenti nel metaverso sono destinate a “soppiantare le videocall”, in un futuro in cui – né lui né Nadella lo dicono ma pare evidente – il lavoro collaborativo da remoto sarà la norma.
Un mondo di avatar
Gli avatar rappresenteranno una “terza via tra la videocamera spenta e quella accesa”, con le nostre rappresentazioni virtuali sempre più realistiche e dettagliate, in grado di riprodurre non solo i tratti del viso ma anche la mimica facciale e la gestualità. Per alcuni minuti della conferenza, lo stesso Zuckerberg si è trasformato in avatar. Il suo entusiastico racconto delle rappresentazioni virtuali è stato talmente spinto da rendersi a tratti inquietante: “Gli avatar – ha affermato – saranno centrali nell’espressione di se stessi”, rendendoci “più presenti, più produttivi, più noi”.
Anche il dispositivo di maggiore appeal presentato durante la Meta Connect, il Quest Pro, va in questa direzione. Il nuovo visore, che punta a favorire “una transizione fluida tra il mondo fisico e quello virtuale”, guarda più all’ambito professionale che ludico. Più leggero e sottile, offre immagini più nitide e maggiore contrasto e costa parecchio (1499 dollari).
La missione è popolare il Metaverso
Spingendo un metaverso aperto, Zuckerberg dimostra di essere perfettamente consapevole che l’urgenza non è costruire i mondi possibili ma riempirli. E lo fa anche con un’altra novità, che potrebbe essere utile per accelerare la transizione. La piattaforma in realtà virtuale Horizon Worlds non sarà più utilizzabile solo con i visori ma dal web. In pratica, si moltiplicano le porte del metaverso, accessibile da ogni dispositivo (smartphone compresi). Sarà anche possibile postare come Reel su Instagram le proprie esperienze virtuali. Certo, non si potrà vivere la stessa immersività garantita da un visore, ma intanto si entra. Di nuovo: l’urgenza di Meta è popolare l’ecosistema, di applicazioni ma anche di utenti.
Guardando al mondo consumer, la conferenza ha rivelato l’arrivo di nuovi giochi in realtà virtuale per i Quest (tra cui Ironman) e un kit specifico per le applicazioni di fitness (Active pack). Ospite dell’evento anche Rocco Basilico, chief wearables officer di EssilorLuxottica, il brand italiano con cui Meta (e ancora prima Facebook) ha sviluppato i primi occhiali connessi del gruppo, i RayBan Stories.
Nessuna novità particolare, ma una promessa: con EssilorLuxottica, ha confermato Zuckerberg, ci sono “grandi piani” e una “collaborazione di lungo termine” che vede gli occhiali intelligenti come “un portale per il metaverso”. Torna, di nuovo, il tema dell’apertura. È la chiave per quello che, secondo il ceo di Meta, rappresenta un cambio di passo necessario. Se fino ad ora la realtà virtuale è stata soprattutto un’esperienza individuale, adesso è il momento di “passare all’esperienza sociale”.