Nel mar Tirreno sono presenti quasi 2 milioni di frammenti di plastica per metro quadrato
Allarme plastica nei mari italiani. Se fino a questo momento si sapeva che nei mari italiani ci sono circa 129mila frammenti di plastica galleggiante per chilometro quadrato, ora grazie ad un rapporto presentato ad aprile 2022 dal WWF e dall’Istituto AWI si ha anche il dato dei frammenti di microplastiche sul fondo marino.
L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare, sia per la sua gravità, sia perché lo abbiamo ignorato per troppo tempo. Negli ultimi decenni la produzione e il consumo di oggetti in plastica ha visto una crescita esponenziale e ha prodotto fenomeni di inquinamento sulla terraferma e in mare soprattutto in molti paesi dell’Asia e dell’Africa, dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono spesso inefficienti o inesistenti.
Il più allarmante è per il mare Tirreno, sul cui fondo si trova la più alta concentrazione di microplastiche, equivalente a 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato.
Le dichiarazioni
“Il mar Mediterraneo è uno dei mari più inquinati al mondo, oramai le microplastiche sono anche nel nostro sangue e nella placenta, il che vuol dire che ogni bambino prima ancora di nascere ha delle microplastiche in corpo”, la denuncia è stata pronunciata, nel corso del Forum Internazionale Polieco sull’Economia dei rifiuti, da Silvestro Greco, vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn. “Secondo uno studio dell’Università di Cagliari in ogni gambero rosso e scampo – ha aggiunto Greco- ci sono circa 47 frammenti di plastica di vario tipo.”
Alcuni prodotti durano solo pochi minuti come ad esempio le buste di plastica per la spesa, ma sono destinati a durare nell’ambiente per centinaia di anni. Il prezzo che si sta pagando per questo diffuso uso della plastica è l’inquinamento in tutti i mari del mondo e, scoperto solo negli anni recenti, gli effetti delle microplastiche nelle catene alimentari, fino all’uomo.