Al Festival Strangius Valentina porta la “Storia di un bambino irriverente e sbilenco”
Al Festival Letterario Strangius, che si terrà a Serramanna, Valentina Perniciaro porta il suo primo libro: “Ognuno ride a modo suo”. Si tratta della “Storia di un bambino irriverente e sbilenco”.
Valentina Perniciaro, autrice e blogger, da anni all’interno del mondo dell’attivismo e dell’informazione, nel 2013 con la nascita del suo secondo figlio Sirio è diventata caregiver. In virtù di questo ha scritto la sua prima autobiografia che ha come obiettivo la valorizzazione della diversità, scegliendo di dare voce a chi voce non ha con la giusta ironia e irriverenza. Racconta la storia di suo figlio che nel 2013 nasce prematuro, ma sano. Solo otto giorni dopo a causa del suo cuore che si è fermato, “una morte in culla” scampata, porta i rianimatori a parlare di stato vegetativo. Nonostante tutto Sirio al giorno d’oggi cammina e comunica a modo suo la sua voglia di felicità e ricerca di autonomia.
“”Ognuno ride a modo suo” è un libro che parte da una storia personale, quella della mia famiglia, di mio figlio -così Valentina Pernicciaro racconta la sua esperienza-, dove all’improvviso è arrivata una disabilità gravissima. Insomma attraverso una storia che poteva essere un dramma personale raccontiamo un desiderio, ovvero costruire una società in grado di capire i bisogni “speciali” delle persone più vulnerabili”.
Nel libro si parla della rete di assistenza attorno a Sirio che non riguarda solo la famiglia, ma anche figure professionali come la logopedista. A tal proposito il dialogo con le istituzioni preposte incontra ancora degli ostacoli.
” Il dialogo con le istituzioni – afferma Valentina-, presenta ostacoli immensi, per questo motivo parlo dell’importanza dell’assistenza domiciliare specializzata e infermieristica. Tale realtà si presenta come l’unica strada da intraprendere verso un percorso di autodeterminazione della persona coinvolta e dei suoi familiari”.
“Ho scelto il titolo sopraccitato -conclude-, in base a quello che è stato il primo approccio con mio figlio. In principio non sapeva sorridere e i terapisti mi hanno fatto notare quanto rideva e che la felicità ha tante forme. Insegnamento che mi ha permesso di capire che ognuno ride a modo suo”.