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MeowTalk, l’app che da’ voce agli animali

Arriva MeowTalk Cat Translator, l’app che da’ voce agli animali domestici e permette di decodificare la comunicazione animale.

Lungi di voler essere del Francesco d’Assisi, ma chi di noi non parla con il proprio animale? Gatto, cane, criceto, pappagallo, coppia dei canterini Inseparabili o altro? Viene da sé. Ma è una conversazione univoca, senza risposta. E chi non la anela, invece, una risposta? “Il mio gatto è un vero chiacchierone”, scrive nella sua rubrica sul New York Times Emily Anthes. “Momo miagola quando ha fame. E anche quando è sazio, quando vuole essere presa in braccio e quando vuole essere messa giù, quando esco dalla stanza o quando entro, o qualche volta per quello che sembra non essere un vero motivo affatto”.

Tuttavia Anthes narra anche di un’esperienza unica e che ha dell’incredibile. E cioè di aver scaricato MeowTalk Cat Translator, un’app mobile che promette di convertire i miagolii di Momo in un inglese semplice.

Racconta ancora la giornalista. “Per due giorni ho cercato, senza riuscirci, di sollecitare un suono, una risposta. Il terzo giorno per disperazione, ho deciso di prenderla mentre stava divorando la sua cena, un’interruzione che avrebbe sicuramente suscitato un miagolio di protesta. E proprio al momento giusto, Momo s’è lamentata.

L’app ha elaborato il suono, quindi ha reagito, dapprima riproducendo una pubblicità, quindi ha offerto una traduzione: “Sono felice!“. Ma la testimonianza di Emily Antes non si ferma qui. “MeowTalk ha fornito una traduzione ancor più plausibile una settimana dopo circa. Quando sono tornata da un viaggio di quattro giorni. Dopo avermi visto, Momo ha miagolato e fatto le fusa. “Piacere di vederti”, ha tradotto l’app, seguito dopo qualche istante da un “adesso lasciami riposare“.

MeowTalk è il prodotto di un crescente interesse nell’aggiungere nuove intelligenze – algoritmi di apprendimento automatico – per decodificare la comunicazione animale. L’idea non è così inverosimile come potrebbe sembrare. Ad esempio, i sistemi di apprendimento automatico, che sono in grado di estrarre schemi da grandi set di dati, possono distinguere tra gli squittii che emettono i roditori quando sono felici e quelli che emettono quando sono in pericolo”. Annota il quotidiano. “Stiamo cercando di capire cosa dicono i gatti e di dar loro voce”. Ha detto Javier Sanchez, uno dei fondatori di MeowTalk. “Vogliamo usarlo per aiutare le persone a costruire relazioni migliori e più forti con i loro gatti“. Ha aggiunto.

Del resto, la voglia di conversare con gli animali è secolare e precede il tempo in cui gli smartphone sono diventati i nostri migliori amici. Gli scienziati hanno insegnato la lingua dei segni agli scimmioni, hanno chiacchierato con i pappagalli grigi. E hanno persino provato a insegnare l’inglese ai tursiopi, cetacei odontoceti che appartengono alla famiglia dei Delfinidi, una delle rare specie di delfini che sopportano la cattività. E in questo caso gli animali domestici, con i quali condividiamo le nostre case ma non un linguaggio comune, sono obiettivi particolarmente allettanti della sia della scienza sia dell’industria.

L’app analizza gli intenti-chiave dell’animale: felicità, riposo, caccia

Così poter applicare gli stessi progressi alle nostre amici animali, che ci fanno compagnia, ha un fascino ovvio. In uno studio del 2019, Stavros Ntalampiras, informatico dell’Università di Milano, ha dimostrato che gli algoritmi possono distinguere automaticamente tra i miagolii che i gatti fanno in tre situazioni. Quando vengono spazzolati, mentre aspettano il cibo o dopo essere stati lasciati soli in uno strano ambiente.

MeowTalk, i cui fondatori hanno arruolato il dottor Ntalampiras dopo la pubblicazione dello studio, espande questa ricerca. Utilizzando algoritmi per identificare le vocalizzazioni dei gatti fatte in una varietà di contesti.

Tecnicamente, l’app, annota nelle sue conclusioni il Times, in definitiva “rileva e analizza le espressioni dei gatti in tempo reale, assegnando a ciascuno un ‘intento’ ampiamente definito. Come felicità, riposo, caccia o ‘richiamo di accoppiamento’. Quindi mostra una ‘traduzione‘ inglese semplice e colloquiale di qualunque intento essa rilevi. Come il ‘lasciami riposare‘ di Momo prigioniero tra le accoglienti e affettuose braccia della sua padrona.

About Laura Piras

Studentessa della facoltà di Scienze Politiche. Vivo a San Sperate, un paese a circa 20 minuti da Cagliari. Mi piace seguire l'attualità e discuterne. Sono impegnata nel mondo del volontariato da circa 4 anni presso un'associazione di soccorso.

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