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NurArcheoFestival, Marco Baliani al Nuraghe Arrubiu di Orroli

Approda al NURARCHEOFESTIVAL 2022 un altro ospite di eccezione: Marco Baliani, attore, drammaturgo, scrittore, colui che ha dato il la in Italia al teatro di narrazione, sbarca domani, giovedì 28 luglio, alle 21.30, al Nuraghe Arrubiu di Orroli, impegnato nella prima regionale di OPPOSTI FLUTTI (produzione Casa degli Alfieri).

Baliani così racconta: ”Ci sarà anche il mare dentro le tante ‘opposizioni’ che guidano questo percorso narrativo. Il mare che con i suoi flussi separa o unisce, che rifiuta o che accoglie, sempre irrequieto, come noi umani che ci dibattiamo tra opposte visioni e opposti sentimenti.

Racconterò di come la scrittura si oppone alla voce che narra, andando molto indietro nel tempo quando qualcuno cominciò a incidere su tavolette d’argilla strani segni che potevano essere interpretati solo sapendoli ‘leggere’. Ci sarà poi un misterioso biglietto a mettere in crisi la parola identità, opponendo lo sguardo degli ‘altri’ alla pretesa sicurezza del nostro io.

Infine dopo aver attraversato mari diversi, antichi e contemporanei, ci troveremo faccia a faccia con l’ultima opposizione, quella tra noi umani e la natura, e sarà una storia africana a raccontarcela. Ogni coppia di opposizioni sarà dunque veicolata da un racconto.

Seguendo il pensiero del filosofo Ernst Bloch, mi proverò a ‘pensare anche affabulando’. Partendo da storie popolari, miti, fiabe, leggende, la parola narrata compie continue digressioni. E a guidare dall’alto il mio sguardo sarà il dio degli opposti, quel fanciullo armato di arco che semina al contempo passione e distruzione, desiderio e ripulsa, l’alato Eros che continua da millenni a insidiare le nostre anime mortali”.

E Baliani il giorno dopo, venerdì 29, sarà ai Giardini Podda di Sadali, alle 18, per presentare il libro La pietra oscura (Bompiani). Un po’ romanzo d’avventura, di formazione, un po’ fantasy ecologista, il libro incrocia vari generi per raccontare la scoperta di una pietra dotata di poteri particolari da parte di cinque ragazzi che frequentano la terza media.

ABRAHAMS BARN – FIGLI DI ABRAMO di Svein Tindberg

Sempre il 29, a Nurri, al Nuraghe Sardajara alle 22, in scena la prima versione italiana assoluta, e in prima regionale, di ABRAHAMS BARN – FIGLI DI ABRAMO di Svein Tindberg, attore e drammaturgo norvegese rivelatosi in tutta la Scandinavia grazie a quest’opera (ha conquistato il Premio Hedda, con il Premio Ibsen il più alto riconoscimento del teatro scandinavo), con Stefano Sabelli, traduzione, adattamento e regia di Gianluca Iumiento (che ha diretto per oltre un decennio l’Accademia delle Arti Sceniche di Oslo, equivalente dell’Accademia nazionale d’Arte drammatica in Italia), una produzione del Teatro del Loto.

In Abrahams Barn Tindberg raccontando la storia dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam evidenzia soprattutto come tutti i fedeli di queste religioni affermino che Abramo sia “il loro” antenato. Un uomo. Due figli. Tre religioni. Tindberg voleva scoprire chi fosse Abraham, l’uomo che è stato così importante per miliardi di persone per diverse migliaia di anni.

Ed è il direttore artistico del Teatro del Loto Stefano Sabelli – che nel 2021, nel ventennale dell’11 settembre e dell’abbattimento dei Buddha di Bamiyan, ha realizzato un tour in Italia con Le vie del Buddha, monologo a temi archeologici e religiosi – a interpretare in italiano il monologo di Tindberg.

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