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Santadi Pani Loriga

Apre l’Acropoli del sito fenicio punico di Pani Loriga

Pani Loriga: un viaggio attraverso 6.000 anni di storia

Al via le visite al parco archeologico fenicio punico di Pani Loriga fin su al punto più alto. Ora è possibile grazie alla campagna di scavo e valorizzazione, finanziata dal ministero della Cultura.

I lavori hanno messo in luce un complesso di edifici di età fenicio punica a ridosso del Nuraghe Diana, nella zona panoramica, richiesta dai visitatori attualmente inaccessibile. L’archeologa Giovanna Pietra ha curato la direzione scientifica dei lavori portati avanti dalla Soprintendenza. Ora l’ area sarà restituita alla collettività grazie al restauro delle strutture, la sistemazione di piani e la documentazione dei reperti rinvenuti.

Contesto paesaggistico

Un contesto paesaggistico di grande fascino e un percorso che attraversa 6.000 anni di storia. Dal neolitico al nuragico, poi fenicio e punico fino a sporadiche attestazioni romane e altomedievali. L’area archeologica di Pani Loriga si sviluppa su una vasta collina ricoperta di olivastri e fornisce un fondamentale contributo alla ricostruzione dell’antico insediamento umano nel Sulcis. Dalla necropoli neolitica alle Domus de janas e al Nuraghe Diana sulla sommità del pianoro, per arrivare alle oltre 150 sepolture fenicie finora indagate. E ancora, la fase punica, con la necropoli ipogeica ma soprattutto l’architettura urbana. Inoltre è situata a due chilometri dal centro abitato di Santadi, nel sud Sardegna.

Santadi è un comune in provincia di Carbonia-Iglesias situato nel Sulcis, nella zona sud-occidentale della Sardegna, ai confini con la provincia di Cagliari. L’abitato si trova al centro di una valle, non lontano da un gruppo montuoso, di cui fa parte il Monte Tiriccu con i suoi 1104 metri sul livello del mare e si suddivide in due rioni separati dal Rio Mannu. Il nucleo posto più in alto, Santadi ‘e Susu, si sviluppa intorno alla chiesa parrocchiale di San Nicolò. L’economia cittadina si basa prevalentemente sulla produzione agricola e sull’allevamento del bestiame.

“Parliamo di un importante intervento – spiega Sara Fadda -, mette finalmente al centro il visitatore quale primo destinatario delle azioni di ricerca che non possono essere fini a se stesse, ma devono portare a una crescita culturale attraverso la diffusione della conoscenza. Conoscenza che in un sito archeologico non può che risolversi nella fruizione diretta di quanto messo in luce garantendone al contempo tutela e conservazione”.

About Isabella Murgia

Isabella Murgia nata a Sassari, ma vivo a Cagliari dalla quinta elementare. Diploma di Liceo scientifico, laurea triennale in filosofia. Passione per il giornalismo e l'informazione.

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