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Raccontare storie vere ai bambini e come farlo
Raccontare storie vere ai bambini e come farlo

Raccontare storie vere ai bambini e come farlo

Inizia venerdì 27 alle 16 ai Chiostri di San Pietro Internazionale Kids a Reggio Emilia; il primo festival di giornalismo per bambine e bambini. Un weekend di appuntamenti dedicati ai grandi temi dell’attualità e dell’informazione organizzate da Kids; il mensile che porta in Italia il meglio dell’informazione straniera per ragazze e ragazzi fino ai 13 anni.

Al centro di questa nuova edizione l’interpretazione di una realtà sempre più complessa e il potere che hanno le parole nella sua definizione. Perché è importante raccontare l’attualità a bambine e bambini? Quali parole è meglio usare? Come coinvolgere i giovanissimi su questioni che generalmente riguardano gli adulti? Al centro dell’evento; la necessità di raccontare ai bambini “le cose come stanno veramente”, cercando comunque il modo migliore perché possano comprenderle sviluppando la propria personale opinione.

La voce della verità

Si dice dei bambini che siano la voce della verità, ma molto spesso è proprio a loro che gli adulti tendono a nasconderla. Eppure; ci troviamo in un momento storico in cui è sempre più difficile per tutti; grandi e piccoli, riconoscerla; e sarebbe fondamentale insegnare fin da subito a capire dove guardare e come farlo per interpretare gli eventi; e il mondo che ci circonda senza cadere in false notizie; fallacie logiche, bias e pregiudizi. In un mondo che cambia tanto rapidamente e in cui le notizie viaggiano altrettanto in fretta; è sempre più importante trovare delle coordinate con cui orientarsi.

“Raccontare il mondo a bambine e bambini significa innanzitutto rispondere alle loro domande; dice Alberto Emiletti che insieme a Martina Recchiuti dirige Internazionale Kids a Reggio Emilia; in redazione riceviamo molte lettere da lettrici e lettori e spesso ci chiedono di affrontare alcuni argomenti perché vogliono saperne di più; o perché intuiscono che si tratta di temi importanti, ma non capiscono perché gli adulti siano reticenti a parlarne con loro”.

E sul programma del festival Emiletti aggiunge; “La scelta dei temi di cui si parlerà è fatta con lo stesso spirito: non tirarci indietro; come adulti; rispetto all’attualità, non nasconderci dietro la falsa convinzione che a bambine e bambini non interessino. Non è vero: il clima, la guerra, i diritti sono tutti temi che li appassionano. Ma anche se così non fosse, come adulti abbiamo comunque la responsabilità di trovare le parole giuste per raccontare il mondo. Bambine e bambini sono cittadini che hanno il diritto di partecipare alla vita della comunità e noi, “i grandi”; abbiamo il dovere di fornire loro gli strumenti per poterlo fare in modo consapevole”.

Il concetto di verità può assumere moltissime sfumature. Viene tirato in ballo, per esempio, sempre più frequentemente nel momento in cui si parla di informazione e circolazione di notizie false. Ma non si può parlare di attualità senza guardare alla società e ai suoi cambiamenti, con l’emersione di nuove voci, sempre più forti, che rimettono in discussione molte “verità” che nel discorso pubblico si danno spesso per scontate.

Lo scrittore esperto di neuroatipicità e inclusività Fabrizio Acanfora esplorerà durante il festival il modo in cui il linguaggio che usiamo dà forma alla realtà, a partire dalle idee di convivenza, diversità e normalità. Ma cosa significa raccontare il ruolo delle parole nella produzione della realtà ai bambini? “A volte mi capita di parlare ai bambini di concetti apparentemente complessi, come il fatto che le parole ci aiutano a creare la realtà, o di quanto sia importante comprendere che ogni persona è diversa dall’altra – commenta lo scrittore – e mi accorgo ogni volta che siamo noi adulti ad aver dimenticato come funziona il mondo.

I bambini sembrano mostrare una comprensione immediata e priva di barriere di dinamiche che a noi richiedono l’abbattimento di pregiudizi e preconcetti accumulati negli anni. Alla fine sono sempre loro a insegnarmi qualcosa di nuovo”.

La leggerezza che caratterizza la proposta culturale per bambini e ragazzi e che guida gli appuntamenti di Internazionale Kids diventa così un modo per affrontare anche le questioni più scomode senza farsi spaventare. La spontaneità di uno sguardo infantile sul mondo, infatti, può essere di aiuto per confrontarsi con realtà complesse e a cui gli adulti possono rispondere con vergogna e disagio.

Ma proprio ripartire da sé e dalle proprie emozioni è importante per comprendere come confrontarsi con l’altro da sé e con ciò che non si conosce. Secondo Cristina Portolano, autrice della rubrica di Internazionale Kids “Un momento imbarazzante” – che porterà dal vivo nei giorni del festival – e disegnatrice del graphic novel recentemente approdato in libreria, con la sceneggiatura di Sofia Assirelli, Tettonica (Feltrinelli Comics): “La vergogna non è mai un momento di verità ma è un sentimento dovuto ai diversi tipi di educazione e cultura.

Ciò per cui io provo vergogna non sarà lo stesso per cui la sente qualcun altro/a, quindi si deve convivere con differenti percezioni di ‘vergogna’ (che come concetto non mi piace tanto). Il fumetto, e le espressioni artistiche, aiutano a comprendere o a mostrare le sfaccettature della realtà (o post realtà) quindi in questo senso possono aiutare a capire tanti processi e a guardare oltre”.

L’appuntamento

Dopo il grande successo dello scorso anno, con settemila presenze e tutti gli eventi al completo, il festival si svolgerà a Reggio Emilia tra i Chiostri di San Pietro e i Musei civici. Un programma per un weekend ricco di incontri e laboratori insieme alla redazione di Internazionale Kids; a giornaliste e scrittori, fotografe e illustratori, sui grandi temi dell’attualità, dalle notizie false all’ambiente, dalla guerra, allo sport, ai diritti, con un focus sul racconto della realtà, della sua importanza ma anche delle insidie che spesso nasconde.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, per partecipare è sufficiente prenotarsi su EventBrite. Molti degli eventi saranno tradotti nella Lingua dei segni italiana (Lis). È possibile consultare qui il programma con tutti i dettagli.

About Alessia Porcu

Studentessa di Lingue e Comunicazione all'Università di Cagliari. Appassionata di fotografia.

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