Ateneo Cagliari, pubblicato su Journal of Biological Chemistry
Pubblicato sulla rivista “Journal of Biological Chemistry” uno studio su un batterio resistente a raggi gamma. Riguarda un lavoro scientifico che rivela la struttura tridimensionale a risoluzione atomica di uno dei maggiori complessi proteici dell’involucro cellulare del batterio Deinococcus radiodurans.
Il “Journal of Biological Chemistry” è una rivista accademica che si occupa di chimica biologica e biologia molecolare. Fondata nel 1905 da John Jacob Abel e Christian Archibald Herter, dal 1925 è pubblicata dalla American Society for Biochemistry and Molecular Biology. Inoltre accoglie favorevolmente la scienza di alta qualità che cerca di chiarire le basi molecolari e cellulari dei processi biologici. Gli articoli pubblicati su JBC possono quindi rientrare nell’ambito non solo della chimica biologica, della biologia chimica o della biochimica, ma anche di discipline affini come la biofisica, la biologia dei sistemi, la biologia dell’RNA, l’immunologia, la microbiologia, la neurobiologia, l’epigenetica, la biologia computazionale, l’omica, e tanti altri.
Si tratta di un organismo in grado di vivere in ambienti estremi con spiccate capacità di resistere a forte disidratazione, calore e stress elettromagnetico. Nello specifico questo batterio è attualmente un organismo unico nel suo genere per la sua capacità di resistere ad una dose di radiazioni gamma 15mila volte superiore a quelle sufficienti ad uccidere un uomo.
La ricerca
La ricerca fa capo ai ricercatori dell’Università di Cagliari Dario Piano e Domenica Farci, grazie al finanziamento del National Science Center (Polonia). Oltre all’ateneo cagliaritano ha coinvolto importanti istituzioni Europee come la Warsaw University of Life Sciences SGGW (Polonia) e la Jacobs University Bremen (Germania). In aggiunta a questo l’European Synchrotron Radiation Facility (Francia) e la Charles University. Non solo anche il Central European Institute of Technology Masaryk University (Repubblica Ceca) e la Umeå University (Svezia).
I risultati ottenuti potranno trovare applicazione in biomedicina per lo sviluppo di antibiotici di nuova generazione e nelle nanotecnologie per lo sviluppo di nuovi biomateriali utilizzabili nella fotonica. Infine per la produzione di biosensori.