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Progetto MedFever, 67 sensori per studiare la temperatura del mar Tirreno

MedFever, per monitorare l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema marino

MedFever è il progetto che riunisce Enea come partner scientifico, l’associazione MedSharks in veste di coordinatore, l’azienda Lush e un gruppo di subacquei volontari.

Una rete di 67 sensori-termometro posizionati dai 5 a 60 metri di profondità per controllare la temperatura del mar Tirreno. Gli stessi monitorano l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema marino e sui processi di dinamica costiera.

I risultati del primo anno sono stati presentati alla vigilia della Giornata nazionale del mare; la ricorrenza si celebra ogni anno l’11 aprile per promuovere la cultura del mare. A nemmeno un anno di distanza dalla posa dei primi termometri, i profili delle temperature sono già stati pubblicati sulla piattaforma open source SeaNoe e sono a disposizione della comunità scientifica per studi di biologia, oceanografia, chimica, climatologia.

I dati e le osservazioni raccolte dai subacquei di MedFever consentiranno ai ricercatori di comprendere meglio i meccanismi alla base della sofferenza degli ecosistemi sommersi, in particolare di gorgonie, alghe coralline e madrepore arancioni, legata al surriscaldamento delle acque e alle onde di calore in mare, un fenomeno che gli scenari climatici indicano come sempre più frequente in futuro e che può influenzare in modo determinante gli ecosistemi costieri.

Sensori posizionati in 18 punti strategici

A livello operativo, i tecnici dell’Enea hanno calibrato i sensori , delle dimensioni di una scatola di fiammiferi, per raggiungere la precisione di 0,1°C. I sensori misurano la temperatura del mare ogni 15 minuti. Subacquei volontari di diversi centri immersione li hanno posizionati in 18 punti strategici. Stiamo parlando dell’Isola del Giglio (Toscana), Golfo di Napoli, Capri e Palinuro (Campania), Stretto di Messina, Palermo e San Vito lo Capo (Calabria e Sicilia); in Sardegna sono ben 4 punti con il Golfo di Cagliari, Capo Figari, Santa Teresa di Gallura e Isola Mortoriotto (Sardegna); infine a Nettuno e Ponza (Lazio).

“Dai risultati delle elaborazioni condotte dall’Enea emergono indicazioni cruciali riguardo alcuni processi che regolano la variabilità ad alta frequenza delle correnti e della temperatura del mare”, sottolinea Ernesto Napolitano, oceanografo del Laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti.

“MedFever è un’iniziativa partita dalla società civile che non ha precedenti nel nostro Paese: con capillarità, i ricercatori volontari hanno installato una ventina di stazioni in tutto il Tirreno dove, prima di MedFever, esistevano solo due stazioni di monitoraggio delle temperature – evidenzia Eleonora de Sabata, presidente di MedSharks e coordinatrice del progetto – Non avendo termini di riferimento, è troppo presto per dire se quella passata sia stata un’estate ‘calda’, ma i sub hanno segnalato in diversi luoghi lo stato di sofferenza di gorgonie, madrepore, spugne e alghe calcaree”. Grazie al contributo di Lush, che ha rinnovato il sostegno anche per il 2022, la rete MedFever continuerà a crescere; un grande ruolo nella crescita è dei gruppi subacquei della Guardia Costiera che nelle prossime settimane installeranno altre cinque stazioni.

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About Nicola Palmas

Imprenditore digitale e manager culturale. Founder & CEO della startup Billalo, direttore artistico di Sardegna Concerti. Appassionato di musica, innovazione e marketing.

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