Alexa Unica Radio
L'Attesa

“L’Attesa” di Remo Binosi con Anna Foglietta e Paola Minaccioni

Anna Foglietta e Paola Minaccioni incontrano il pubblico

Vite allo specchio ne “L’Attesa” di Remo Binosi nell’interpretazione di Anna Foglietta e Paola Minaccioni per la regia di Michela Cescon in cartellone martedì 5 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 6 fino a domenica 10 aprile al Teatro Massimo di Cagliari.

Il tutto sotto le insegne della Stagione di Prosa 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna, dei Comuni di Cagliari e Sassari e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

La pièce racconta la strana condizione di “clausura” imposta a due donne, l’aristocratica Cornelia e la popolana Rosa; entrambe vittime del fascino di un pericoloso seduttore come Giacomo Casanova, onde nascondere il loro scandaloso stato agli occhi del mondo. Nasce tra le due creature una sorta di momentanea solidarietà, quasi una sorellanza; essa non elimina le barriere ma a tratti insegna a superarle, di fronte al dolore del parto ma anche all’analogia paradossale della loro condizione.

La critica contro la società del tempo

Sull’intero genere femminile grava la condanna morale della società e il giudizio dei custodi della (altrui) virtù; portare in seno il frutto della “colpa” ovvero di una relazione illegittima è il segno disonorevole della lussuria, perfino nel “secolo dei lumi” e nella Venezia del celebre avventuriero e poeta, filosofo libertino e spia, il cui destino si intreccia a quello delle due eroine di una storia apparentemente surreale ma di sorprendente modernità, per le questioni trattate oltre che per la struttura drammaturgica, che insinua il tema inquietante del “doppio” nel dilemma tra eros e thanatos.

“L’Attesa” mette a confronto due emblematiche figure che incarnano la ricchezza e il privilegio e privazione e la sottomissione; ma la diversità di ambiente e di censo non impedisce che nei corpi di entrambe si verifichino le stesse metamorfosi, dettate dalla natura; così come impulsi non dissimili, le abbiano indotte a correre il rischio di mettere a repentaglio la loro stessa esistenza per concedersi un istante d’estasi.

L’Attesa: le parole della regista Michela Cescon

«I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia; partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due… e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona. “L’Attesa” è proprio un testo per il palcoscenico pieno d’invenzioni molto riuscite. Alle due attrici è richiesta un’adesione fisica ai personaggi totale; il loro stare in scena diventa molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che diventano un gran bel punto di vista, per portare in scena il nostro sguardo più personale ed intimo».

Nell’esperienza del lockdown e del cosiddetto “distanziamento sociale” la situazione descritta nella pièce appare improvvisamente ancora più comprensibile. «I temi affrontati sono universali e, pur essendo ambientato in Veneto nel ‘700, sentiamo la loro storia molto vicina».

«Il dramma si costruisce attorno a due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere entrambe una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità ad uscire; mai come in questi tempi l’idea teatrale di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa reale e sentita. Insieme ai miei collaboratori abbiamo costruito un luogo scenico che rappresenta la mente di Cornelia; è il diario su cui lei scrive, dove la chiusura o l’apertura dei muri è metafora di una condizione interna, della vita del cuore; la relazione con l’esterno è raccontata dalla luce e dal buio, dalle ore del giorno e dai suoni della campagna estiva; e inoltre dalla natura prepotente che le circonda».

La claustrofobia messa in scena

Una mise en scène essenziale, claustrofobica come la situazione narrata, con le due interpreti sempre presenti sulla scena; le protagoniste sono costrette a condividere uno spazio ristretto, imprigionate in una sorta di simbolica “punizione” per una trasgressione imperdonabile. «Alle attrici viene chiesto di non uscire mai, di avere a che fare solo con il loro corpo»: intorno a loro «un letto, due sedie e gli abiti dai colori forti e simbolici che con loro danzano una partitura serrata di cambi e di trasformazioni». Una dimensione quasi astratta e nel contempo molto concreta, realistica, nell’incontro-scontro “fisico” tra due creature diversissime, con i loro pensieri e stati d’animo, le loro emozioni, i loro dubbi, i loro turbamenti, tra paure e speranze, amarezza e disincanto».

«Lo spettacolo ha un sapore nordico, un rigore fatto di direzioni, ritmo e spazio, per riuscire a riportare ciò che sentii dopo la prima lettura della prima stesura de “L’Attesa”» – rivela Michela Cescon -, «ovvero il ritrovare drammaturgicamente nel testo tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, nella mia lingua originaria, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet».
Un gineceo nell’età illuminista, un luogo e un tempo sospesi, dove si rinnova il mistero naturale eppure sempre avvincente della nascita, in una situazione estrema, complicata, perfino angosciosa, in cui due donne estranee e quasi “rivali” trovano tra loro una inattesa, temporanea armonia, in quell’atmosfera vibrante di aspettative e timore, in cui si riafferma il potere della vita.

About Lorenzo Puddu

Sono nato a Cagliari, l'11 aprile del 1998. Studio presso l'università di Cagliari e sono iscritto al corso di laurea in scienze della comunicazione. Attualmente vivo a Selargius.

Controlla anche

A Villasalto il grifone torna a volare nel Sud Sardegna

Liberato dalla voliera di Villasalto il primo contingente del programma di ripopolamento del Grifone Il …