Il film “Quale amore?” nasce dall’adattamento scenico dell’omonima opera teatrale, realizzata nel 2017 dal regista Giuliano Pornasio.
Oggi, a Quartu Sant’Elena, la presentazione del film, nella sala affreschi dell’ex convento dei Cappuccini. L’opera è prodotta e realizzata dall’associazione culturale Viamentana. Questo film è basato su una storia reale e trasposto nel linguaggio cinematografico grazie al successivo incontro col filmaker Enrico Del Gamba, che ha collaborato con Pornasio al riadattamento generale dell’opera.
“Questo film nasce come progetto teatrale per portare in scena un caso, purtroppo accaduto realmente, che è stato poi riscritto per renderlo fruibile al pubblico. Ha spiegato il regista Giuliano Pornasio. È la storia di una donna che subisce una violenza casalinga, perpetrata per anni dal proprio compagno, e che infine trova il coraggio di denunciare, avviando così l’iter processuale.
“Abbiamo ricostruito questo difficile percorso che la donna deve seguire. Le sue difficoltà nel raccontare, e quindi quasi riprovare, quello che ha vissuto, cercando di rendere la narrazione, facilmente comprensibile al pubblico”.
Comune a sostegno dell’iniziativa.
“Un’occasione per mostrare questo mediometraggio anche ai dirigenti scolastici, in particolare quelli delle scuole superiori. Tramite loro speriamo possano essere informati e sensibilizzati sul tema gli studenti, per diffondere la cultura del rispetto e l’educazione alle relazioni affettive non discriminatorie nei confronti delle donne”. Ha commentato l’assessora alla Pubblica Istruzione e alle Politiche di genere, Cinzia Carta.
Massima attenzione: “Con il lockdown i soprusi sono aumentati. Un problema nel problema è che la violenza, per tutta una serie di dinamiche, non si affronta subito, causando il perpetuarsi nel tempo delle azioni aggressive. Questa tempistica di denuncia deve cambiare, perché uno schiaffo è già di per sé un indicatore pericolosissimo. A Quartu stiamo pertanto creando adeguati presidi, ma per essere ottimisti su un futuro migliore bisogna lavorare molto dal punto di vista culturale”. Ha detto l’assessore ai Servizi Sociali Marco Camboni.