Sos Cia alla Regione, rischio chiusure. Servono interventi
Prezzi delle materie prime sempre più alti e stagione piovosa: anche il settore ortofrutticolo è in ginocchio. È il nuovo allarme delle campagne lanciato da Cia Sardegna.
“La Regione intervenga subito con interventi mirati a dare respiro al settore e agli agricoltori isolani, sempre più in difficoltà. I costi di produzione sono aumentati di oltre il 50% per effetto dell’aumento delle materie prime”.
Il parere della Cia
Secondo la Cia concimi, sementi, gasolio agricolo, energia elettrica, hanno raggiunto prezzi insostenibili. “Esiste – insiste l’organizzazione – il rischio sempre più concreto di chiusura definitiva per migliaia di aziende”. A questo problema si aggiungono i danni causati dalle condizioni climatiche. “Dai carciofi, con le piogge che hanno causato l’asfissia radicale delle piante, alle ortive in pieno campo, alle produzioni ortive in serra, che in diversi territori sono state invase dall’acqua. Non sta andando meglio per il settore frutticolo, dove la troppa acqua sta facendo marcire le piante, e al settore cerealicolo”.
Molta preoccupazione: “Ci si trova – conclude la Cia – nella situazione assurda in cui i prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori agli intermediari stanno inoltre subendo ulteriori decrementi”.
Considerazioni e info sul settore
Il settore dell’ortofrutta in Sardegna, praticato quasi esclusivamente nelle realtà pianeggianti e irrigue, ha un volume d’affari regionale alto. In questi ultimi anni si è mosso nella forbice dai 400 ai 500 milioni di euro, attestandosi poco sopra il 30% dell’intera economia. Ma le piogge persistenti degli ultimi due mesi hanno provocato danniingenti, mettendo in crisi il settore. E Confagricoltura Sardegna lancia una vera e propria allerta per l’economia del comparto ortofrutticolo sardo. Non basterà infatti la rituale dichiarazione di stato di calamità: le perdite ingenti si riflettono sulla capacità delle organizzazioni di incamerare i premi comunitari.
“La pioggia incessante di questi ultimi due mesi ha gravemente compromesso le produzioni ortofrutticole della Sardegna. Ci sono danni che in alcune aree raggiungono il 70% tra mancati raccolti e mancate semine per la prossima stagione. Dal Sassarese al Sulcis passando per l’Oristanese, il Medio Campidano e il Campidano di Cagliari l’acqua ha distrutto migliaia di ettari coltivati. Alla luce di questo quadro desolante è bene che la Regione dichiari subito lo stato di calamità naturale per il comparto ortofrutticolo – ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele.