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Leggi razziali Teodoro Levi Doro

Cagliari ricorda il professor Teodoro Levi

Nel 1938 le leggi razziali costrinsero Doro Levi, professore ordinario all’Università di Cagliari in Archeologia e Storia dell’arte greca e romana, a lasciare il capoluogo sardo, alla volta degli Stati Uniti d’America, dopo soli tre anni in cui tenne anche la direzione della Soprintendenza della Sardegna.

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Teodoro Levi divenne professore ordinario all’Università di Cagliari in Archeologia e Storia dell’arte greca e romana, disciplina nella quale aveva ottenuto la libera docenza quattro anni prima La parentesi sull’isola, destinata ad interrompersi bruscamente in soli tre anni, sarà tuttavia molto proficua, sia per la sua formazione che per l’avanzamento dell’archeologia in Sardegna: in quei tre anni, in cui tenne anche la direzione della Soprintendenza della Sardegna, realizzò il restauro dell’Anfiteatro romano di Cagliari, gli scavi preistorici della necropoli di Anghelu Ruju, quelli dell’insediamento nuragico di Serra Orrios e le esplorazioni della necropoli punica di Olbia. Risale a quegli anni un aneddoto, da lui rievocato nel 1981, quando gli toccò di sventare la perdita, per il patrimonio archeologico dell’isola, di un importante reperto: una collana punica in vetro, proveniente dalla necropoli di Olbia, in procinto di essere data in dono al numero due del regime nazista, Hermann Göring, all’epoca della sua venuta sull’isola.

La Giornata della Memoria è stata istituita dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 in occasione del sessantesimo anniversario dalla liberazione dei campi di concentramento nazisti, e celebrata in tutto il mondo il 27 gennaio di ogni anno, secondo la Legge 211/2000, l’Italia oggi commemora tutti gli italiani, ebrei, apolidi, massoni, testimoni di Geova e omosessuali, che sono stati uccisi, deportati e imprigionati. Tutti coloro i quali si sono opposti alla “soluzione finale”, mettendo a rischio o perso la propria vita. 

Biografia

Teodoro Levi, detto Doro, compì gli studi inferiori nella sua città natale, Trieste, poi si spostò a Firenze, dove si diplomò al liceo classico «Galilei».

Partito volontario irredento durante la prima guerra mondiale (nel 19° Reggimento artiglieria campale, Firenze 1916), Levi si laureò nel dicembre del 1920 presso la Facoltà di Lettere dell’allora Regio Istituto di studi superiori di Firenze, discutendo, con Ermenegildo Pistelli, la tesi in Lingua e Letteratura greca dal titolo Il concetto di kairòs nel pensiero dei Greci, un argomento di carattere spiccatamente filologico-letterario, sviluppato nelle sue prime pubblicazioni. Dopo il conseguimento del titolo accademico, Levi si recò a Londra e vi trascorse diversi mesi, perfezionando la conoscenza dell’inglese, che si aggiungeva alla buona padronanza del tedesco, e del francese. Il primo passo verso il suo impegno nel campo archeologico fu la permanenza, dal 1921 al 1925, prima come allievo poi come aggregato, presso la Scuola archeologica italiana di Atene, allora diretta da Alessandro Della Seta. Qui condusse scavi sulla pendice sud dell’Acropoli, nella grotta delle Ninfe a Farsalo, nella necropoli geometrica della Panaghia Kardianì a Tinos, nella grotta di Aspripetra a Kos.

Nel maggio-giugno del 1924 partecipò all’impresa degli scavi di Arkades, a Creta e, attraverso la ponderosa monografia Arkades, una città cretese all’alba della civiltà ellenica, in Annuario della Scuola archeologica d’Atene, X-XII (1927-29), pp. 5-723, ripropose, attraverso il riconoscimento di una “civiltà di Arkades”, il problema della nascita dell’arte greca.

La docenza a Firenza

Nel 1931 Levi ottenne la libera docenza in Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso l’Università di Firenze e, tra febbraio e aprile del 1933, ricevette il prestigioso invito a partecipare alla spedizione italiana nel centro neoassiro di Katzu, e ad una missione organizzata nel 1934 in Siria, Palestina, Transgiordania e Cipro, finalizzata alla raccolta di materiali destinati alla sezione dedicata alle province d’Oriente nella mostra augustea della romanità inaugurata a Roma nel 1937.

Dopo aver avuto qualche incarico d’insegnamento nell’ateneo fiorentino, il 16 novembre del 1935 Levi, in seguito a concorso presso l’Università di Pisa, fu nominato professore straordinario di Archeologia e Storia dell’arte antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari, ed iniziò il suo corso con una prolusione sui confini dell’arte classica e l’architettura paleocristiana della Siria. In contemporanea, ricevette l’incarico dell’insegnamento di Antichità greche e romane e, nell’anno accademico 1936-1937, tenne provvisoriamente l’incarico di Lingua e Letteratura tedesca. Dal 1° dicembre 1935, Doro Levi fu inoltre nominato soprintendente ad interim nella Soprintendenza alle Opere d’arte e di Antichità della Sardegna, in seguito al collocamento a riposo di Antonio Taramelli. In questo incarico, l’impegno del cattedratico triestino fu notevole, considerati anche l’ampiezza della regione di cui era praticamente l’unico responsabile.

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