Diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione sono i pilastri alla base dell’Agenda 2030 e dell’impegno di Esaote nel posizionamento del proprio business nell’approccio multi-disciplinare One Health
Il Consiglio di Amministrazione di Esaote, azienda italiana leader nel settore biomedicale – in ultrasuoni, risonanza magnetica dedicata e information technology per la sanità – ha deciso di aderire al Global Compact delle Nazioni Unite.
Il Global Compact delle Nazioni Unite è la più importante iniziativa globale dedicata alla cittadinanza di impresa e alla sostenibilità. E’ nata per incoraggiare le aziende di tutto il mondo ad adottare un codice volontario con politiche sostenibili e ad allineare le proprie strategie con i principi universali su diritti umani, lavoro, sostenibilità ambientale e anche lotta alla corruzione, intraprendendo azioni volte a promuovere gli obiettivi delle Nazioni Unite, inclusi i Sustainable Development Goals (SDGs dell’Agenda 2030).
La strategia innovativa di Esaote
“Da sempre per Esaote la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente. La scelta di aderire al Global Compact è in linea con la strategia di innovazione trasformativa in atto. Questa punta a rendere il nostro contributo effettivo e misurabile attraverso le metriche ESG nelle aree per noi di maggior impatto – ha dichiarato Franco Fontana, CEO di Esaote S.p.A. Promuovere una cultura di sostenibilità; valorizzare il capitale umano; garantire la salute e la sicurezza all’interno del luogo di lavoro; aumentare il benessere delle persone; ridurre l’impatto ambientale; ma anche investire in ricerca e sviluppo per un ecosistema sostenibile, resiliente e durevole. Sono questi i pilastri della strategia che Esaote sta implementando per il proprio sviluppo; che ben si coniuga con l’approccio multi-disciplinare One Health mirato alla riduzione dei rischi per la salute”.
Una strategia di lungo termine che passa attraverso un percorso che prevede anche la creazione di un bilancio di sostenibilità; la diffusione di standard socio-economico-etico-ambientali verso fornitori e società controllate; l’analisi e verifica della catena di valore della Supply Chain, fino alla formazione di dipendenti e partner commerciali per garantire una corretta cultura etica.