Il mondo del lavoro rimane un ambiente molto difficile per le donne l’aumento delle disuguaglianze di genere è cresciuto
Dati alla mano il tasso di occupazione degli uomini è pari al 67,8% e quello delle donne è al 49,5%. È quanto evidenzia il Gender Policies Report. Elaborato dalla Struttura Mercato del Lavoro dell’Inapp e presentato all’Auditorium dell’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche. Fa i conti con un 2021 segnato da precarietà, disparità economica e dei diritti del mondo del lavoro.
Anche durante la ripresa della post pandemia, l’incidenza della precarietà e della discontinuità per le donne è sempre maggiore. Un ruolo prevalente della piccola impresa fino a 15 dipendenti. Basti pensare che sono a tempo indeterminato solo il 14% dei nuovi contratti e solo il 38% delle stabilizzazioni da altre forme contrattuali. Il 49,6% di tutti i contratti femminili, inoltre, è a tempo parziale, contro il 26,6% degli uomini.
Si ampliano insomma i gap di genere (di occupazione e di retribuzione) e, allo stesso tempo, si acuiscono i divari territoriali. Sono 4 i diversi scenari regionali per occupazione creata, livello di stabilità e numero di ore lavorate dalle donne. Oltre 100 mila contratti a donne in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto; dalle 50 alle 100 mila attivazioni in Toscana, Piemonte, Campania, Puglia e Sicilia; tra 15mila e 99mila in Trentino Alto Adige, Marche, Sardegna, Liguria, Abruzzo, Friuli, Calabria e Umbria.