Oggi, per Radio Unica, abbiamo intervistato l’Onorevole, promotrice della proposta di legge sulla tutela dei prodotti enogastronomici sardi.
La proposta di legge, esposta recentemente al Consiglio regionale prevede l’istituzione di un registro dei piatti tipici tradizionali per ribadire lo status di pietra miliare della cultura di una regione anche le sue peculiarità enogastronomiche. Nel registro saranno indicati il nome del piatto, il Comune di origine della specialità, oltre che la ricetta di preparazione. Se il piatto dovesse essere di origine condivisa, si può attuare una richiesta congiunta, il chè enfatizzerebbe anche il concetto di collaborazione tra Comuni. Un’ elenco delle Associazioni Enogastromiche locali è parte integrante della proposta, affinchè queste si occupino della ricerca dei piatti tradizionali da appore poi nel registro. E’ inoltre prevista una copertura finanziaria di un milione di euro l’ anno per il triennio 2021- 2023.
L’obbiettivo a lungo termine
Come ci ha spiegato l’Onorevole Sara Canu nell’intervista, è obbiettivo della proposta porre le basi per la nascita di un brand isolano. Massimizzare l’ esportazione dei prodotti tipici sardi e tutelarne la provenienza e il concetto di km 0. Questa proposta ha raccolto numerosi consensi ,compreso quello del Presidente di Regione Solinas . Assieme al fine di salvaguardare le tipicità enogastronomiche isolane, vi è anche la motivazione economica di attrarre turisti e contribuire a risollevare economicamente il settore della ristorazione , quello forse maggiormente colpito dalla pandemia nell’ultimo anno e mezzo.
Una sinergia tra tipicità culinaria e abiti folkloristici
Proposta ugualmente centrale nel progetto, come chiarito nell’intervista, è quella riguardante l’utilizzo da parte dei ristoratori del costume tipico del Comune di origine. Affinchè ciò si realizzi è previsto un bando entro fine anno. Oltre il riferimento al turismo è importante anche incoraggiare una maggiore conoscenza delle peculiarità della Sardegna da parte degli isolani stessi, auspicando una presa di coscienza dell’ unicità del nostro territorio.