A Senorbì la mostra: “Domus de Janas, antiche meraviglie fatate. Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetrapodi”
Domenica 4 luglio nel Civico Museo Archeologico Madn di Senorbì sarà presentata la mostra fotografica “Domus de Janas, antiche meraviglie fatate. Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetrapodi”.
In particolare Sa Domu Nosta, in accordo con l’Amministrazione comunale, realizzata dall’Associazione Archeofoto Sardegna e in collaborazione con la Soprintendenza per le province di Sassari e Nuoro, il Comune di Alghero, la Fondazione Meta e la Coop. Silt, ha permesso la presentazione della mostra. Inoltre interverranno all’inaugurazione Alessandro Pireddu, sindaco di Senorbì, Nicola Castangia, presidente di Archeofoto Sardegna. Successivamente il regista Andrea Fenu, il giornalista Rai Giorgio Galleano e la responsabile Madn Elisabetta Frau.
“È con sincera emozione che riproponiamo la mostra “Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetrapodi” -afferma Nicola Castangia, presidente di Archeofoto Sardegna-, un nostro desiderio è che possa essere un modo per mantenere sempre viva la memoria del Professore. In quanto l’aveva accolta favorevolmente fin da subito partecipando, all’età di 92 anni, alla pianificazione e alla predisposizione dei lavori con un entusiasmo inatteso”.
L’evento realizzato al Madn prevede l’esposizione di due sezioni del progetto originario. La prima, sul fenomeno dell’ipogeismo nella Sardegna preistorica rivolto alle Domus de Janas. Questa privileggia alcuni dei monumenti studiati da Ercole Contu. Mentre la seconda è focalizzata sull’emozionante avventura archeologica condotta dallo stesso studioso, tra il 1959 e il 1960, quando riportò alla luce la celebre Tomba dei vasi tetrapodi.
“Abbiamo accolto con piacere l’invito del Museo Archeologico di Senorbì e della Cooperativa Sa Domu Nosta – conclude Castangia-, il nostro pensiero ed enorme ringraziamento vanno infine al Professore Emerito Ercole Contu. Lo salutiamo con la promessa di divulgare il suo immenso lavoro per l’archeologia della Sardegna”.