Gli apicoltori di Dolomiti Paganella lanciano l’allarme: “La loro estinzione è un rischio che bisogna evitare”.
Dal lavoro delle api dipende l’equilibrio di molti ecosistemi e, dal punto di vista ambientale, inoltre, questi impollinatori fungono da bio-indicatori aiutando a individuare il livello di inquinamento dei territori. La loro presenza in quantità infatti indica zone le cui condizioni ambientali sono buone. A tracciare il quadro sono gli apicoltori di Dolomiti Paganella, in occasione della Giornata mondiale delle Api. Una ricorrenza istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questi insetti e che viene celebrata nel giorno della nascita di Anton Jansša, pioniere delle tecniche di apicoltura moderne.
Gli apicoltori di Dolomiti Paganella
“Una giornata importante per sottolineare come proteggere le api sia fondamentale non solo per i prodotti che ci regalano ma anche perché dal loro lavoro dipende l’equilibrio di molti ecosistemi”, commentano gli apicoltori di Dolomiti Paganella. Qua le distese di prati e i boschi trentini danno vita a numerose varietà di miele, da quelli più classici come il Millefiori o l’Acacia. Ci sono poi quelli più particolari come la melata di bosco, il miele di erba medica o quello di tarassaco e melo, che si possono trovare in pochissime altre zone d’Italia.
In Dolomiti Paganella, tra le piccole realtà specializzate, c’è l’Agriturismo Florandonole, una struttura realizzata nel 2010. Oltre ad ospitare i visitatori, include una bottega con i prodotti dell’azienda agricola, tra cui il miele. “Tra i ruoli delle api c’è quello di primo piano in agricoltura. Non esisterebbe nelle sue forme attuali senza il lavoro di impollinazione svolto naturalmente da questi insetti”, spiegano gli apicoltori di Florandonole.
L’inquinamento pericoloso per le api
Purtroppo però “a causa di molti fattori quali l’inquinamento, l’uso di pesticidi, il cambiamento climatico, le api sono in pericolo. La loro estinzione è un rischio che bisogna evitare”, aggiungono gli apicoltori di Florandonole. “Oggi grazie all’apicoltura, diffusa in diverse parti del mondo, è possibile salvaguardare questi laboriosi insetti. In Italia, secondo l’ultimo censimento 2020, il patrimonio apistico nazionale ha raggiunto la quota di 1.950.000 alveari”.