La Sardegna risulta al quartultimo posto della classifica nazionale delle somminastrazioni dei vaccini anti SARS–CoV–2.
Salgono a 330.459 le dosi somministrate in Sardegna, a fronte delle 402.820 consegnate sinora alla Regione, con una percentuale – aggiornata a questa mattina – dell’82% (+2%).
L’isola resta così al quart’ultimo posto, davanti a Basilicata, Calabria e Puglia.
La media nazionale è dell’85,3%. In particolare, – secondo i dati del report del governo – in Sardegna sono stati somministrati 86.812 vaccini ad operatori sanitari e sociosanitari; 21.239 al personale non sanitario; 16.177 ad ospiti di Strutture Residenziali; 100.265 agli anziani con più di 80 anni; 8.011 ai dipendenti delle Forze Armate; 21.900 al personale scolastico; 76.055 nella categoria “Altro”.
Intanto oggi l’Ats (l’Azienda per la Tutela della Salute; nata dalla fusione per incorporazione delle sette ASL nell’azieda incorporante di Sassari) apre due nuovi hub per la campagna di somministriazione, a Oristano e a Dolianova.
Il recente fenomeno di “Vaccine Hesitancy”, ossia l’esitazione che ha portato ad un calo della adesione alle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate in Italia, dipende da vari fattori tra i quali la paura per presunti rischi conseguenti alle vaccinazioni (in particolare per il clamore sulle falsa relazione tra vaccino trivalente e autismo) e la bassa percezione del rischio delle malattie infettive (si dice infatti che i vaccini siano vittima del loro stesso successo, in quanto diminuendo l’incidenza delle malattie che controllano fanno diminuire nella popolazione la percezione della loro importanza). In conseguenza di questo calo della adesione alle vaccinazioni, malattie come il morbillo hanno fatto la loro ricomparsa in Italia ed il Governo, supportato dal parere degli organi tecnici e delle Società scientifiche, è corso ai ripari introducendo l’obbligo per alcune vaccinazioni che erano fino ad ora “raccomandate”.