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Il Banco dei Pegni di Napoli messo in vendita ma gli intellettuali si ribellano

Lo storico Banco dei Pegni di Napoli, nel cuore di Spaccanapoli, è in vendita

Fu fondato nel 1539 da un gruppo di nobili, Aurelio Paparo, Gian Domenico di Lega e Leonardo di Palma Castiglione. Con l’intento di concedere prestiti a bisognosi in cambio di un pegno, si trasformò nel 1597 in banca. Il Monte acquistò il Palazzo Carafa che hanno demolito per ricostruirlo su un progetto dell’architetto G.B Cavagni; fino ad arrivare ai giorni nostri dopo l’acquisto da parte del Banco di Napoli assorbito in epoca recente da Intesa San Paolo.

Ora, però la storica struttura è in vendita e ci sono trattative in corso. Ma il palazzo potrebbe finire in mani di privati e sono in molti a pensare che invece dovrebbe restare un bene pubblico. Di recente il Ministero dei Beni Pubblici ha acquisito un casale di epoca romana lungo la via Aurelia a Roma; ma in questo caso il valore monumentale potrebbe essere addirittura superiore. Sono diversi gli intellettuali che stanno facendo pressioni per evitare che la vendita finisca in mani diverse da quello dello Stato.

Il Banco di Napoli fu il risultato della fusione tra i vari Banchi e Monti di Pietà; essi nacquero nel periodo vicereale spagnolo a Napoli, con lo scopo di aiutare i poveri. L’attività di questi Banchi e Monti consisteva nell’erogazione di piccoli prestiti a persone indigenti con la garanzia di un pegno. Il pegno poteva essere rappresentato da piccoli gioielli come fede nuziali o medagliette votive, oppure da pezzi di corredo: lenzuola, coperte, tovaglie. Questi pegni furono consegnati al Monte che li conservava per un certo lasso di tempo.

A fronte veniva rilasciata una polizza. Se nel tempo stabilito la polizza, maggiorata di un piccolo interesse, non veniva riscattata, il pegno era venduto all’asta per il recupero dell’importo del prestito. I Monti e i Banchi operavano, nella maggior parte dei casi, nelle città dove era presente un ceto popolare. Il ceto, sebbene spesso non avesse mezzi di sussistenza, era comunque in possesso di beni mobili da poter dare a garanzia.

About Giulia D'Agostino

Amante dei libri e delle serie tv. Appassionata di arte. Cresciuta a pane e Fabrizio de Andrè.

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