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Gli spunti per il Piano di ripresa

Le proposte energetiche inserite del MiSE per il Recovery plan italiano

É iniziato il ciclo di audizioni in Commissione Attività produttive sulle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund lo strumento di recupero economico da 750 miliardi di euroAll’Italia spettano 209 miliardi e per poter accedere alle risorse, al pari degli altri stati UE, dovrà presentare il proprio Recovery plan (Piano di ripresa). Il documento deve essere consegnato a Bruxelles e contenere misure in grado rimettere in sesto l’economia, favorendo una crescita sostenibile e resiliente

Leggi anche Politiche energetiche: il pacchetto di stimolo francese punta all’idrogeno

Il governo italiano ha già preparato le linee guida per la definizione del Piano di ripresa, lasciando un ampio spazio ai temi dello sviluppo sostenibile. A renderlo noto è l’Ansa che ieri ha anticipato alcuni contenuti della bozza, in attesa della presentazione ufficiale.

Tra le grandi aree d’azione definite nelle linee guida, appare ovviamente anche la “transizione ecologica”. Diversi gli obiettivi da centrare, dalla decarbonizzazione del sistema trasporti all’efficientamento energetico in edilizia; dalla gestione integrata del ciclo delle acque a nuovi passi avanti per l’economia circolare.

In questo contesto parte delle proposte attuabili sono state redatte dal Ministero dello Sviluppo economico. A cominciare da una proroga, almeno al 2022-2024, del superbonus del 110%per gli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici, con riserva di un’ulteriore estensione in futuro. In realtà nelle intenzioni annunciate solo qualche giorno fa dal ministro Stefano Patuanelli c’era addirittura la volontà di rendere strutturale questa detrazione, inserendola quindi in pianta stabile nel pacchetto dei bonus casa.

Nella lista del MISE compaiono in tutto 26 progetti di ripresa divisi in tre macroaree.

Nella lista del MISE compaiono in tutto 26 progetti divisi in tre macroaree, per un totale di circa 153 miliardi di euro. Si va dalla decarbonizzazione dell’acciaieria ex Ilva anche grazie all’utilizzo dell’idrogeno, al reddito energetico per promuovere l’autoproduzione collettiva di energia elettrica rinnovabile, attraverso il coinvolgimento della rete dei Comuni minori.  

E ancora:

  • un regime di aiuto, possibilmente in esenzione per le smart grid
  • l’installazione di colonnine elettriche veloci ed ultra veloci dotate di sistemi di accumulo lungo la rete distributiva di carburanti;
  • la conversione di buona parte dei circa 1200 impianti di produzione elettrica alimentati a biogas alla generazione di biometano destinato ad usi termici nei settori industriale, residenziale e agricolo.
  • la creazione di una piattaforma coordinata di ricerca e sperimentazione sulle tecnologie di produzione e stoccaggio dell’idrogeno;
  • lo sviluppo di prototipi a scala sempre maggiore per poter arrivare a idrolizzatori su scala industriale, utilizzando aree industriali dismesse;
  • la creazione di Hydrogen Valleys per la diffusione dell’utilizzo dell’idrogeno su scala locale.

Maggiori informazioni, e il link per seguire i lavori, sono disponibili sul sito dell’Ateneo www.unica.it

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