Il lockdown di Pasqua costa oltre 400 milioni a ristoranti, pizzerie ed agriturismi con quasi 7 milioni di italiani che tradizionalmente quel giorno consumano il pranzo fuori casa.
E’ la stima la Coldiretti in riferimento all’ipotesi di chiusure nei weekend e nel ponte di Pasqua che costa ai ristoratori e non solo
Questa e’ la proposta del Comitato tecnico scientifico per fronteggiare la diffusione dei contagi Covid.
A pesare sui bilanci della ristorazione sono anche le chiusure dei fine settimana primaverili che valgono in questo momento l’80% del fatturato già ridotto al minimo dallo smart working.
Ridotta anche dall’assenza di turisti dalle chiusure forzate nelle zone a rischio che hanno devastato i bilanci e tagliato i livelli occupazionali .
Le conseguenze si fanno anche sentire direttamente sui fornitori di cibi e bevande.
Una prospettiva che rischia di aggravare le difficoltà della ristorazione e travolgere a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy .
Vino e cibi invenduti hanno un valore di 11,5 miliardi dall’inizio della pandemia.
Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali.
Inoltre decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori.
Alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione è importante consentire le aperture nei locali della ristorazione, dove sono state adottate importanti misure di sicurezza.
Le misure di sicurezza quali il distanziamento dei posti a sedere , il numero strettamente limitato e controllabile di accessi. Altre misure sono la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.