Il nuovo studio riguarda gli stock ittici del Mediterraneo, inclusi quelli di grande valore commerciale di nasello e cernia, potrebbero rigenerarsi se il 30% del mare venisse protetto efficacemente. Considerando che ad oggi, solo il 9,68% del Mar Mediterraneo è indicato come ‘protetto’ e che solo l’1,27% è effettivamente tutelato, c’è ancora molto lavoro da fare.
Il nuovo report del WWF “30 per 30: Possibili scenari per rigenerare la biodiversità e gli stock ittici nel Mediterraneo” indica gli scenari per l’attività di conservazione nel Mar Mediterraneo.
Analizzando i benefici che l’interruzione della pesca insostenibile e della pesca illegale porterebbe alla biodiversità marina e alle popolazioni ittiche. Lo studio è stato condotto in collaborazione con i ricercatori del CNRS-CRIOBE Francese, l’Ecopath International Initiative e l’ICM-CSIC Spagnolo.
L’analisi scientifica ha evidenziato che nei prossimi anni gli stock ittici nel Mediterraneo continueranno a diminuire.
I risultati dello studio, inoltre, mostrano che le catture degli sparidi potrebbero aumentare del 4-20%. Quelle dei grandi pesci demersali di interesse commerciale fino al 5%.
Nel Mediterraneo Occidentale l’analisi mostra aumenti potenziali degni di nota. La biomassa di predatori potrebbe aumentare fino al 45%, mentre la biomassa di specie commerciali come potrebbe aumentare del 50% e il nasello potrebbe perfino raddoppiare la sua biomassa. Anche il tonno rosso potrebbe potenzialmente rigenerare la sua biomassa fino a un aumento record del 140%.
Un nuovo piano Globale
A fine 2021, ci si aspetta che i leader mondiali adottino un nuovo Piano Globale post-2020 per la Biodiversità. Il tutto per fermare e invertire la perdita di Natura. Più di 50 Paesi, inclusa l’Italia, hanno già chiesto un impegno per proteggere il 30% del Pianeta entro il 2030.
Questo impegno dovrebbe poi essere applicato dai Paesi Mediterranei nel Piano regionale per la biodiversità. Da adottare a dicembre alla 22° Conferenza delle Parti della Convenzione di Barcellona. A tal fine, il WWF chiede a tutti i governi Mediterranei di sviluppare dei piani di azione più ambiziosi per fornire una protezione adeguata al Mar Mediterraneo.
Italia al centro della strategia di tutela
L’ Italia in particolare è una delle nazioni con la maggiore responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 nel Mediterraneo. Poiché le sue coste sono lambite da 3 delle 6 aree che, se protette, si prevede forniscano i maggiori benefici di conservazione. Mediterraneo nord-occidentale, Canale di Sicilia e Mare Adriatico. Nel nostro Paese però molto deve essere ancora fatto. Secondo l’analisi condotta nel 2019 da WWF infatti, soltanto l’1,67 % delle aree marine a vario titolo protette italiane sono gestite in modo efficace attraverso piani di gestione implementati (Gomei et al.2019).