Il villaggio nuragico “S’Arcu e is Forros” è una delle mete suggestive della Sardegna tutta da scoprire
Sardegna, una terra da scoprire, tra le peculiarità nascoste: “S’Arcu e is Forros“, villaggio nuragico che si trova nel cuore del Gennargentu. In particolare nel territorio di Villagrande Strisaili, in Ogliastra.
Scegliere “S’Arcu e is Forros” come meta delle proprie vacanze significa fare un vero e proprio viaggio immersi nel passato alla scoperta delle varie civiltà che hanno lasciato il segno e intessuto rapporti a livello commerciale e non solo con i sardi. Inoltre il villaggio nuragico sorge tra due corsi d’acqua: Baccu Alleri e Iscra Abbatrula.
Il primo insediamento risale al 1500-1400 a.C.. Grazie agli scavi fatti dagli archeologi nel corso degli anni, sotto la tutela della Sopritendenza, attualmente il sito è visitabile.
In altre parole abbiamo un ampio complesso nel quale sono presenti ben due templi a megaron, oltre che forni e altre infrastrutture che lo qualificano come il più importante centro metallurgico nuragico finora scoperto in Sardegna. I due templi presentano una pianta rettangolare e hanno un unico ingresso che si apre longitudinalmente e all’interno.
Il primo richiama l’attenzione verso l’altare sacro. Il muro del temenos, recinto sacro che si trova davanti all’ingresso, è dotato di sedili e si pensa che i fedeli si fermassero là, mentre l’interno del tempio era riservato ai sacerdoti e agli iniziati. In questo tempio è notevole il sistema idraulico: un canale esterno foderato in pietra e coperto attraversava lo spessore del muro confluendo in una canaletta interna. All’esterno si trovava uno zoccolo dove i devoti sistemavano le proprie offerte votive. Mentre il secondo è più piccolo, ma non meno interessante. Ciò che lo rende straordinario è la scoperta di un altare semicircolare a forma di nuraghe.
Concludendo ricordiamo megaron, nome di origine greca che indica una struttura sita nei palazzi micenei e soprattutto un particolare tipo di tempio abbastanza raro nell’Isola. Infatti le due strutture riportano a una grande civiltà mediterrnea, quella micenea. A questa si rifanno i costruttori di nuraghi per edificare i nuovi edifici sacri adibiti al culto delle acque.