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Cancro uroteliale: Bms dimostra che il nivolumab raddoppia la sopravvivenza

L’azienda farmaceutica di New York Bristol Myers Squibb ha scoperto che il nivolumab raddoppia l’aspettativa di vita di chi è affetto da questo male.

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Il ruolo del nivolumab contro le cellule tumorali (Clinical Cancer Research)

La newyorkese Bristol Myers Squibb, una delle principali aziende farmaceutiche al mondo, ha annunciato i risultati dello studio di fase 3 ‘CheckMate-274’ sull’anticancro nivolumab. Ci sarebbe “un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia (Dfs) nel trattamento adiuvante di tutti i pazienti […] con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo ad alto rischio trattato chirurgicamente”, riassume Bms.

“In tutti i pazienti randomizzati – dettaglia poi l’azienda – nivolumab ha quasi raddoppiato il tempo medio vissuto senza recidiva di malattia”. Si parla di 21 mesi contro 10,9 mesi di quelli che hanno ricevuto il placebo, con una riduzione del rischio del 30%.

Il nivolumab fa vivere il doppio le persone operate per carcinoma muscolo-invasivo

Il carcinoma uroteliale è il decimo tumore più comune al mondo con circa 550mila nuove diagnosi ogni anno. Solitamente, si origina nelle cellule che ricoprono la parete interna della vescica. Tuttavia, oltre che nella vescica, la neoplasia può manifestarsi anche in altre parti del tratto urinario, tra cui ureteri e pelvi renale.

“Le persone affette da carcinoma uroteliale muscolo-invasivo sono spesso sottoposte a chirurgia maggiore per rimuovere la vescica come misura salvavita”, spiega Dean Bajorin, genitourinary oncologist, Memorial Sloan Kettering Cancer Center. Tuttavia queste persone “si trovano lo stesso ad affrontare la recidiva del tumore con una probabilità del 50% circa”.

“Nello studio CheckMate-274 i pazienti trattati con nivolumab hanno vissuto quasi il doppio senza recidiva di malattia, rispetto a coloro che hanno ricevuto il placebo. Questi risultati sono potenzialmente in grado di cambiare l’approccio dei clinici nel trattamento del carcinoma uroteliale muscolo-invasivo” spiega Bajorin.

Il farmaco può salvare tante vite da diversi tipi di tumore

“Anticipando l’immunoterapia agli stadi più precoci del tumore, potremmo avere la possibilità di interrompere il decorso della malattia, riducendo la possibilità di recidiva e offrendo ai pazienti esiti migliori”. Ne è convinta Dana Walker, vice president, development program lead, genitourinary cancers, Bristol Myers Squibb.

“La terapia a base di nivolumab ha mostrato beneficio non solo nel trattamento adiuvante del tumore uroteliale, ma anche nello stadio precoce del melanoma, del tumore esofageo e del polmone […]. Non vediamo l’ora di [collaborare] con le autorità regolatorie a livello globale [per] offrire questa opzione terapeutica ai pazienti”, conclude quindi Walker.

About Fabio Allegra

Studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università di Cagliari. Non apprezzo il maestrale.

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