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Pacific Trash Vortex: L’isola di Plastica, inquietante ed affascinante

Pacific Trash Vortex: L’isola di Plastica, inquietante ed affascinante allo stesso tempo

Nel bel mezzo delle acque dell’Oceano Pacifico in molti sanno che a galleggiare si ritrova un’infinità di rifiuti che proprio negli ultimi anni sono arrivati a creare addirittura una vera e propria isola le cui dimensioni sono sempre più affascinanti e gigantesche.

Molti esperti di clima e di inquinamento ambientale lanciano le loro battaglie contro gli sprechi e soprattutto contro l’uso di materiali che sfuggono ad un corretto smaltimento rifiuti plastici proprio per la natura del tipo “usa e getta” mostrando in prima linea le foto di questo luogo così assurdo che l’uomo ha creato con la propria spazzatura finita in mare.

 Calcolo approssimativo

Un calcolo approssimativo di alcuni scienziati ha addirittura reso noto che le molte bottiglie e tanto altro che sono andate ad incagliarsi in questa particolarissima area del Pacifico peserebbero in totale addirittura 79 mila tonnellate.

Un numero spaventoso se si pensa che le prime misurazioni erano state fatte negli ormai lontani anni ‘80, e che al tempo il tutto aveva dimensioni molto più contenute.

Come si potrà comunque intuire il fatto che così tanta plastica si sia fermata proprio lì.. Fino ad acquisire le sembianze di un’isola abitabile dall’uomo dipende da alcune particolari correnti che guidano i movimenti delle acque dell’Oceano Pacifico.

Proprio questi movimenti, e soprattutto la loro direzione a forma di spirale, hanno portato ad un accumulo sempre più denso. CHe comprende in sé non solo bottiglie e plastica di vario tipo ma anche alcuni oggetti ingombranti che aggravano la situazione. Nonché molti scarti provenienti dalle navi, come ad esempio delle corde da mariani o di alcune boe.

Gli avventurosi attivisti che tentano di ripulire il mare

Gli attivisti per il clima e per l’inquinamento globale hanno molto a cuore il problema legato alla Pacific Trash Vortex.

Si è addirittura calcolato che ogni anno ben 8 milioni di tonnellate di plastica per un motivo o per l’altro finisce in mare. E che ancora così poche si siano ammassate proprio in quel punto del Pacifico è una grande fortuna.

L’altro problema è che poi spesso la plastica si decompone in mare. Le microparticelle di bottiglie decomposte sono state rinvenute a più di dieci chilometri di profondità.

Sembra quindi che entro il 2050 saranno di più i frammenti di plastica presenti nel mare rispetto al numero dei pesci in esso viventi.

Proprio per tutto questo alcuni avventurosi attivisti molto coraggiosi stanno programmando dei viaggi specifici per raggiungere l’isola di plastica, iniziarne una attività anche minima di pulizia, e soprattutto chiuderla con delle barriere artificiali così da impedirne l’ampliamento.

Un luogo quindi, che nonostante la tristezza di sapere quanto sia problematico ed inquinante, rimane estremamente affascinante e ci chiama a spingerci fino ai luoghi più impervi per difendere la salvezza, sempre più a rischio, tanto della nostra vita quanto anche di quella del nostro amato pianeta.

About Ludovica Ferrari

Mi chiamo Ludovica Ferrari, sono una studentessa del terzo e ultimo anno di scienze della comunicazione, degli studi di Cagliari. Nel tempo libero mi occupo di salvare cani e gatti dalla strada e trovare loro una famiglia. Mi piace inoltre fare sport e ascoltare della buona musica.

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