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La pandemia chiede alla sanità maggiore digitalizzazione
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La pandemia chiede alla sanità maggiore digitalizzazione

Durante la pandemia sempre più persone adottano nuove soluzioni tecnologiche per stare in salute. I medici saranno propensi al loro utilizzo anche nella fase post Covid.

Il periodo di questa pandemia che il mondo sta vivendo ha evidenziato la necessità che il servizio sanitario nazionale e regionale abbia una rete vera che sia in grado di mettere a sistema l’interdisciplinarietà fra tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e di prevenzione. Al fine di
predisporre un equilibrato rapporto tra medico, strutture sanitarie ed ospedali che abbia come obiettivo la salute del paziente/assistito/cittadino. La digitalizzazione è un importante strumento di trasformazione in
questo senso e i dati oggi dimostrano che c’è una grande richiesta da parte dei medici e del paziente stesso.

Il paziente di oggi

Se oggi il paziente è informato, è caratterizzato da un sufficiente livello di Health literacy, consapevole del proprio stato di salute e capace di fare self monitoring. L’emergenza ha indotto molti medici all’utilizzo di soluzioni digitali per assicurare la comunicazione con l’assistito e gestire i processi di cura. Secondo l’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano sono il 35% i cittadini tra i 15 e i 44 anni che utilizzano app per aumentare l’attività fisica; il 28% dei cittadini
dai 25 ai 34 anni utilizza app per migliorare l’alimentazione; il 60% ha cercato on-line informazioni su corretti stili di vita. Inoltre il 5% ha condiviso i dati raccolti con il proprio medico, percentuale che sale al 10% per gli under 25, mentre il 12% avrebbe voluto inviare i dati ma il medico non ha mostrato interesse nel riceverli; infine il 25% dei cittadini monitora i dati raccolti tramite app e li utilizza per prendere decisioni sul proprio stile di vita.

Sul fronte medico è del 62% la percentuale di medici di medicina generale che non utilizzava soluzione di telemedicina prima della pandemia ma che le utilizzerà in futuro, sono il 22% quelli che pensano di poter svolgere da remoto il 50% delle visite per pazienti cronici e il 72% quelli favorevoli all’utilizzo di multicanali per comunicare con gli assistiti, e sono il 56% quelli che hanno utilizzato piattaforme digitali per gestire la relazione con gli informatori medico scientifici. L’utilizzo di tali tecnologie ha portato ad un cambiamento delle preferenze e molti medici saranno propensi a loro utilizzo anche nella fase post pandemica.

About Andrea Ennas

Sono un giovane ventenne appassionato di sport, musica e cinema.

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