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Groenlandia, batteri del suolo contribuiscono a scioglimento dei ghiacci

Sarebbero anche i batteri del sottosuolo ad essere una delle cause dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia secondo un team di scienziati della Rutgers. Lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, a sua volta, sta aumentando l’innalzamento del livello del mare.

I ricercatori spiegano che i batteri innescano un fenomeno che vede i sedimenti che raccolgono la luce del sole raggrupparsi e accumularsi nei flussi dell’acqua di fusione.

Questi flussi tendono ad assorbire un quantitativo maggiore di luce solare, rispetto al ghiaccio circostante, perché tendono ad avere un colore blu brillante e in generale più scuro, come spiega Sasha Leidman, uno studente laureato nel laboratorio di Asa K. Rennermalm, un professore del Dipartimento di geografia della School of Arts and Sciences della Rutgers University-New Brunswick.

Con sedimenti più scuri nei flussi si ha una reazione a catena che vede un maggiore assorbimento della luce del sole e un maggiore scioglimento.

I ricercatori hanno effettuato questa scoperta dopo aver fatto diverse misurazioni e raccolto campioni di vari sedimenti nel sud-ovest della Groenlandia. Hanno scoperto che i corsi d’acqua sono caratterizzati da una quantità maggiore di sedimenti rispetto a quanto previsto dai modelli idrologici. Questi sedimenti tendono ad accumularsi con la crescita dei batteri: “Se i batteri non crescessero nel sedimento, tutto il sedimento verrebbe lavato via e questi flussi assorbirebbero molta meno luce solare. Questo processo di aggregazione dei sedimenti va avanti da più tempo della storia umana”, spiega Leidman.

L’aumento della temperatura

L’aumento della temperatura in Groenlandia sta portando ad una crescita più ampia delle colonie di questi batteri e questi stessi batteri stanno portando a loro volta ad una maggiore fusione dei ghiacci.
In particolare sarebbero i batteri della specie Phormidesmis priestleyi a facilitare, con la loro decomposizione, la formazione di conglomerati di granuli di crioconite che si accumulano nei flussi sopraglaciali in quanto più difficili da trasportare rispetto ai piccoli granuli minerali.

Questo accumulo ha un effetto accelerante sui livelli di fusione dei ghiacci in quanto si verifica un albedo minore. L’albedo è quel fenomeno naturale che vede le superfici bianche o più chiare riflettere un maggiore quantitativo di luce solare. Diventando la superficie più scura a causa dell’accumulo di crioconite, meno luce viene riflessa, si accumula più calore e dunque c’è un maggiore scioglimento.
Si tratta di una nuova informazione, un nuovo fattore che, secondo i ricercatori che hanno realizzato questo studio, andrebbe incorporato nei modelli climatici futuri per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia. Un fattore che, secondo gli stessi ricercatori, non risulta per nulla trascurabile.

Lo studio è pubblicato su Geophysical Research Letters.

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