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San Bartolomeo

San Bartolomeo, la sincerità fatta apostolo

Il suo nome significa “figlio del valoroso”. Secondo la maggior parte degli studiosi, però,sarebbe in realtà Natanaele: così viene indicato nel Vangelo di Giovanni

Il suo nome evoca immediatamente la “notte di san Bartolomeo”, cioè quella tra il 23 e il 24 agosto del 1572, quando migliaia di cristiani ugonotti massacrati in Francia dai cattolici: è una tra le pagine più tragiche e buie nella storia dei rapporti tra le Chiese. Ma san Bartolomeo è una figura ben lontana da ogni forma di sopraffazione di violenza.  E’ infatti un discepolo di Cristo, anzi: un apostolo,  uno dei dodici. Cioè uno di coloro che hanno seguito la vita pubblica di Gesù fin dal principio, poco dopo il battesimo nel Giordano e l’inizio della predicazione.


Il nome Bartolomeo

Il nome Bartolomeo è in realtà un patronimico. In aramaico suona Bar-Talmai, ovvero  figlio di Talmai, del valoroso. Secondo la maggior parte degli studiosi il nome proprio di questo apostolo sarebbe Natanaele (in ebraico “dono di Dio”): così viene indicato nel Vangelo di Giovanni. Di lui non sappiamo molto: i testi canonici ci offrono poche, rade pennellate, sufficienti per tracciare un ritratto essenziale. Sappiamo che, come Simone e Andrea, era un pescatore e possiamo supporre che, prima di incontrare Gesù, abbia fatto parte della cerchia del Battista. Era originario di Cana di Galilea: questo dettaglio autorizza a ipotizzare che abbia assistito di persona al primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino avvenuta, com’è noto, a Cana, durante un banchetto nuziale.

E’ un uomo concreto e ragiona secondo i canoni dalla tradizione: conosce benissimo quell’insignificante agglomerato di casupole che si trova a pochi chilometri da casa sua e gli pare incredibile che un posto simile. Mai menzionato nell’Antico Testamento, possa aver dato i natali al Messia, il liberatore di Israele che tutti attendono. Natanaele ha lo sguardo pessimista e un po’ frettoloso di chi si ferma all’apparenza. Ma si ricrederà presto. Infatti, incontrandolo, Gesù dice di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: è una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali in tutti i Vangeli.

About Ludovica Ferrari

Mi chiamo Ludovica Ferrari, sono una studentessa del terzo e ultimo anno di scienze della comunicazione, degli studi di Cagliari. Nel tempo libero mi occupo di salvare cani e gatti dalla strada e trovare loro una famiglia. Mi piace inoltre fare sport e ascoltare della buona musica.