Ripresa e stop combustibili fossili: WWF, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport&Environment chiedono procedura di consultazione
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per accedere ai fondi europei di next generation EU (NGEU) deve essere una strategia che moltiplichi le risorse. Certamente, non può essere una somma di progetti che passino il vaglio dell’Europa senza impostare la crescita necessaria. Senz’altro è fondamentale assicurare la decarbonizzazione. Lo sottolineano in un comunicato WWF, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e T&E.
Cosa chiedono le associazioni
Le associazioni chiedono che il Piano corrisponda ad una visione strategia di decarbonizzazione nei settori chiavi della transizione energetica. Inoltre, le riforme devono includere l’introduzione di un programma di fiscalità ambientale a fronte di una riduzione del costo del lavoro. Non meno importanti l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e una proposta di governance efficace sul clima per tutti i livelli di sussidiarietà. In aggiunta, si richiede l’introduzione di criteri minimi per l’assegnazione delle risorse NGEU che prevedano una lista d’esclusione per progetti che impiegano combustibili fossili. Tutto questo con la garanzia che i programmi di spesa, che rientrano nel computo della quota minima del 37% destinata alla decarbonizzazione, siano in grado di provare l’efficacia della spesa rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione.
Indispensabile l’innovazione
L’innovazione connessa alla decarbonizzazione rappresenta l’elemento indispensabile per una crescita economica che permetta di superare la crisi Covid. L’innovazione necessaria non è solo quella tecnologica ma anche della policy che deve superare le fragilità del nostro sistema decisionale, riconoscere la decarbonizzazione come un’opportunità, tracciare una strategia coerente e solida nel tempo ed innescare l’effetto moltiplicativo degli investimenti privati. Questo a nostro avviso deve essere il PNRR.
WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e T&E ritengono che la preparazione del Piano debba prevedere una procedura formale di consultazione e coinvolgimento delle parti sociali e della società civile, per innescare una visione condivisa di una green and just transition e un’azione collettiva che possa costituire la forza trainante delle riforme e della ripresa.