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Uragani dal bizzarro comportamento su Nettuno

Un misterioso vortice scuro su Nettuno sta incuriosendo da tempo un team di ricercatori che stanno usando il telescopio Hubble della NASA. Questa zona oscura, causata da una tempesta, risulta più grande di tutto l’oceano Atlantico. Ed è stata individuata nell’emisfero settentrionale di Nettuno già del 2018. La tempesta ha poi cominciato a muoversi verso sud e i ricercatori ipotizzarono che, una volta che avrebbe raggiunto l’equatore, probabilmente sarebbe svanita.

Ha improvvisamente cambiato direzione

Tuttavia ad agosto di quest’anno ha improvvisamente cambiato direzione e si è rivolta di nuovo a nord, un comportamento imprevedibile. E mai individuato in una tempesta su Nettuno. Nel corso degli ultimi trent’anni, infatti, Hubble ha individuato diverse macchie scure. Simili su questo pianeta ma nessuna di esse è stata mai caratterizzata da un comportamento eccentrico come questo.

Altra tempesta più piccola staccatasi dalla prima su Nettuno

Oltre a questa macchia, più grande, Hubble ne ha individuato un’altra più piccola a gennaio di quest’anno ma quest’ultima tempesta, di dimensioni molto più piccole, è poi scomparsa quasi subito. Probabilmente si è trattato di una “pezzo” del vortice che, per qualche motivo atmosferico sconosciuto, si è staccato dal corpo principale prendendo una sua direzione anche se gli stessi ricercatori non possono ancora provare, al momento, che i due vortici prima erano collegati.

Osservazioni eccezionali

Queste due caratteristiche, il cambio improvviso di direzione della tempesta principale e il piccolo pezzetto di tempesta che si è staccato diventando autonomo, sono sicuramente osservazioni eccezionali, come spiega Michael H. Wong dell’Università della California a Berkeley, in quanto mai osservate prima in nessun pianeta e mai osservate neanche in modelli al computer.
La macchia più grande rappresenta la quarta macchia scura individuata dal telescopio spaziale Hubble da quando è entrato in funzione nel 1993. In precedenza la sonda Voyager 2 ne aveva individuate, nel 1989, altre due proprio mentre passava vicino al pianeta.

Vortici ad alta pressione

Secondo i ricercatori si tratta di vortici ad alta pressione che si formano più o meno alle medie latitudini e che di solito migrano verso l’equatore. La loro stabilità è dovuta alle forze di Coriolis che permettono al vortice stesso di ruotare in senso orario sfruttando in parte la rotazione stessa del pianeta. Sono dunque vortici diversi dagli uragani terrestri che ruotano in senso antiorario in quanto sistemi a bassa pressione.
Quando il vortice nettuniano si sposta verso l’equatore, perde di forza e l’effetto Coriolis tende ad annullarsi. Ed è proprio in quel momento che la tempesta scopare. A quanto pare questa tempesta, invece, è scampata questa fine iniziando a dirigersi di nuovo verso nord. Forse questo cambio di direzione è collegato proprio al distacco del “frammento” che ha creato il vortice più piccolo ma nuove ricerche andranno effettuate per sapere la verità anche perché come si formino queste stesse tempeste su Nettuno resta più che altro ancora un mistero.

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About Carolina Farci

Studio Beni Culturali all'Università di Cagliari. Mi emoziona tutto ciò che può essere considerato arte.

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