Nella sindrome nefrosica con deboli scosse di corrente elettrica pulsata unita al calore si possono ottenere dei risultati.
Effetti antinfiammatori e antifibrotici nei reni: trattamento sicuro per gli esseri umani.
La sindrome nefrosica è una malattia renale che causa la fuoriuscita di quantità alterate di proteine nelle urine provenienti dal sangue.
Succede a causa di danni al glomerulo, quell’area del rene che ha un ruolo principale nella filtrazione delle urine.
È una condizione definita da una proteinuria nelle 24 ore superiore a 3,5 grammi e albuminemia inferiore a 3 g/dL.
La sindrome è caratterizzata da proteinuria, ipoalbuminemia, edema, ipercolesterolemia, lipiduria e trombofilia.
A questi possono conseguire anoressia, debolezza, lipiduria (perdita di lipidi con le urine), ipercoagulabilità e anemia ipocromica microcitica.
Si riscontra un’aumentata possibilità ad avere infezioni come diminuzione di immunoglobuline, dovuta alle perdite urinarie, ipocalcemia, iperparatiroidismo e alterato metabolismo della vitamina D.
La scoperta parla di una stimolazione elettrica lieve unita ad uno shock termico, prima testato sui topi con sindrome nefrosica.
Secondo i ricercatori questo tipo di terapia protegge non solo i glomeruli, ma anche i tubuli.
E ha quindi dei risultati più efficaci, rispetto agli altri trattamenti.
Come trattamento principale di solito vengono usati gli steroidi, efficaci, ma alcune forme di sindrome nefrosica sembrano resistenti.
Non ci sarebbero dei risultati produttivi.
Inoltre, si tratta di trattamenti a lungo termine e si devono considerare, anche, gli effetti collaterali.
Per questo c’è bisogno di terapie nuove.
Senza troppi effetti collaterali.