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Eurydice: sistemi di istruzione e formazione in Europa

La rete Eurydice presenta un rapporto sui nuovi sistemi di istruzione e formazione in Europa, chiarendo i dati riguardanti il settore.

Quali politiche per prevenire l’abbandono precoce dell’istruzione? Come si misura l’occupabilità dei diplomati? Quali misure favoriscono l’offerta di un’educazione della prima infanzia di alta qualità? A queste e a molte altre domande dà risposta un nuovo rapporto della rete Eurydice, attraverso 35 indicatori strutturali relativi a sei ambiti. Sono educazione e cura della prima infanzia, risultati nelle competenze di base, abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione, istruzione superiore, occupabilità dei laureati e mobilità per l’apprendimento.

Parte delle informazioni sono pubblicate nell’Education and Training Monitor 2020, il rapporto di monitoraggio pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 12 novembre. Analizza i risultati dell’UE in relazione agli obiettivi fissati dal quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione (ET 2020).

Il nuovo rapporto, che prende in esame gli Stati membri dell’UE, oltre al Regno Unito, la Bosnia-Erzegovina, l’Islanda, il Liechtenstein, il Montenegro, la Macedonia del Nord, la Norvegia, la Serbia e la Turchia, offre però anche una serie di informazioni sulle riforme che, a partire dal 2015, sono messe in campo nei sistemi di istruzione e formazione di tutta Europa per permettere di raggiungere gli obiettivi previsti entro la fine del 2020.

I principali dati italiani

Per quanto riguarda l’educazione e cura della prima infanzia, vede ormai quasi raggiunto a livello medio europeo l’obiettivo della partecipazione del 95% dei bambini. Nonostante tutto gli indicatori evidenziano che nel nostro Paese persistono disparità di accesso a seconda delle zone geografiche. L’Italia viene però menzionata per aver dato avvio a riforme sostanziali come la progressiva introduzione del sistema integrato 0-6 anni.

Uno degli obiettivi fissati, e ormai quasi raggiunto a livello medio europeo, è quello di abbassare il tasso di abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione al di sotto del 10%. Uno degli strumenti chiave risulta essere il supporto linguistico agli studenti di lingua materna diversa da quella dell’istruzione. Da qualche anno, anche il nostro Paese ha introdotto riforme per assicurarlo.

Per quanto riguarda l’istruzione superiore, l’obiettivo europeo fissa la soglia di diplomati in questo livello di istruzione ad almeno il 40% entro il 2020. L’Italia, con il suo 27,6%, è uno dei Paesi con il livello di istruzione superiore più basso d’Europa.

L’occupabilità ha un ruolo centrale nella strategia Europa 2020 e, nel 2019, l’obiettivo di raggiungere un tasso di occupabilità dell’82% dei neodiplomati dell’istruzione secondaria e terziaria è stato mancato per un solo punto percentuale in meno. Molti  Paesi si sono adoperati per migliorare la qualità e la pertinenza dei sistemi di istruzione e formazione rispetto al mercato del lavoro, cosa che ha fatto anche l’Italia aggiornando il repertorio dei profili professionali.

About Letizia Gusai

Appassionata di lettura e scrittura, sta terminando il suo percorso di studi in Beni Culturali e Spettacolo. Adora viaggiare e guardare film.

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