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coprifuoco
Foto Claudio Furlan - LaPresse 10 Marzo 2020 Milano (Italia) News Il centro di Milano deserto durante l’emergenza Coronavirus Nella foto: Piazza Duomo Photo Claudio Furlan/Lapresse 10 March 2020 Milan (Italy) Milan city centre deserted during the Coronavirus emergency In the photo: Piazza Duomo

Coprifuoco: ecco perché si chiama così

Il termine “coprifuoco” è tornato, ahinoi, di attualità durante la pandemia. Perché il divieto di circolare durante le ore notturne si chiama così?

Coprifuoco: la parola è tornata tristemente d’attualità, come si sarò notato ascoltando tg e navigando nei siti di informazione in tempi di Covid. È così che, molto sinteticamente, è stato “etichettato” il provvedimento di contrasto alla pandemia che in certe regioni italiane impone il divieto di uscire tra le 23 e le 5.

Il tutto chiaramente salvo determinate eccezioni. Ma cosa c’entra con questo il fuoco? E perché il “coprire”? Innanzitutto, il divieto di uscire durante le ore della sera e della notte per motivi di ordine pubblico deriva il proprio nome da un’usanza medioevale.


Senza fumo

Questa misura prevedeva che, a una determinata ora della sera, il rintocco di una campana o lo squillo di una tromba segnalasse agli abitanti di una città l’obbligo di soffocare il fuoco sotto la cenere. Insomma, il modo più semplice per spegnere il fuoco senza generare fumo, come precauzione per evitare incendi accidentali. Allo stesso modo, in età moderna, poteva scattare l’ordine di rientrare tutti a casa dopo una certa ora.

Oggi invece che significato ha?

 Così il termine “coprifuoco” è stato utilizzato durante le guerre. Per esempio, nel caso di rischio di bombardamenti e non necessariamente di notte. E ancora oggi viene impiegato quando per motivi di ordine pubblico, le autorità dispongono che chiunque non abbia un permesso sia tenuto a rimanere nella propria abitazione per non incorrere in sanzioni.

La pandemia da Covid-19

Ore 22. L’Italia si spegne. Inizia il “coprifuoco“. Serrande abbassate, luci spente, tavolini e sedie accatastati, silenzio. In strada solo rider, farmacisti, tabaccai, banchisti dei mercati alimentari, medici, chi una casa non la ha e pochi, pochissimi altri. “Una via obbligata per arginare la pandemia” ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza, snocciolando i dati dei contagi. Una misura necessaria per tentare di ridurre l’espandersi del virus che ha messo in ginocchio il mondo intero.

 

 

 

 

 

 

About Francesca Dessì

Ho 23 anni e una grande voglia di mettermi in gioco