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Il mistero della balena più solitaria del mondo

Questa storia è ambientata nelle profondità delle acque della California e racconta di un mistero, quello della balena più solitaria del mondo.

Il mistero. Correva l’anno 1989 quando, per la prima volta, il sistema di difesa anti-sommergibile SOSUS (Sound Sourveillance System), creato dalla marina militare americana, registrò un canto di balenottera insolito, mai sentito prima.

La frequenza era di 52 Hertz, ben diversa dalle normali tonalità emesse da questi animali. Le balenottere azzurre cantano, infatti, su frequenze comprese tra i 10 e i 39 Hz, le balenottere comuni intorno ai 20 Hz. Una frequenza così alta, sebbene risulti comunque molto grave all’orecchio umano, non aveva precedenti. Cosa poteva significare?

Il canto venne nuovamente identificato nel 1990, e poi ancora nel 1991. Nel 1992, con la fine della Guerra Fredda, le registrazioni del sistema di difesa sottomarino vennero in parte rese pubbliche per scopi di ricerca oceanografica.

Il mistero: l’insolita vocalizzazione non passò inosservata ad alcuni esperti, che cominciarono a indagare. In particolare, il biologo marino Bill Watkins della Woods Hole Oceanic Institution (WHOI) del Massachusetts si impegnò anima e corpo a scoprire quale animale potesse produrre un canto così unico. L’inseguimento della balenottera misteriosa diede i suoi frutti: il canto di 52 Hz venne riascoltato ogni anno fino al 2004, quando Watkins morì a 78 anni, ma non prima di aver pubblicato un articolo in cui venivano riassunti tutti i dati raccolti negli ultimi 12 anni.

Unica nel suo genere

Le sorprese non mancarono visto che, dati alla mano, si poteva affermare con una certa sicurezza che il canto provenisse da un unico animale. Uno stesso esemplare che compiva ogni anno migrazioni cicliche molto simili a quelle di una balenottera azzurra. Il cetaceo si muoveva, infatti, con una certa regolarità dai mari della California fino alle zone settentrionali dell’Oceano Pacifico. Così iniziò a nascere l’idea che, in qualche modo, avesse dei problemi fisici o comportamentali che lo rendevano unico nel suo genere. Venne così ribattezzata “la balena più solitaria del mondo”.

Ma cosa era successo alla balena solitaria per modificare a quel modo il suo canto? Forse era malata? Alcune persone non udenti suggerirono anche l’ipotesi che l’animale fosse sordo e che quindi non riuscisse a modulare nel modo corretto il proprio canto.

Il mistero: a confutare queste teorie, però, era la sua regolarità nel riapparire ogni anno, e nel muoversi lungo tratte migratorie molto comuni tra le balenottere. Per quanto pochi fossero i dati a disposizione, un comportamento del genere faceva supporre che si trattasse di un animale perfettamente sano.

Un ibrido con caratteristiche intermedie

Ed ecco che allora apparve l’ipotesi che ebbe più seguito tra gli scienziati che si interessavano alla questione. Forse “52-Hertz whale” era in realtà un ibrido nato dall’unione tra una balenottera azzurra e un esemplare di un’altra specie (ad esempio di una balenottera comune). Un animale con caratteristiche intermedie tra due specie avrebbe potuto avere un corpo ben diverso, che avrebbe così influito sul suo canto. E questo avrebbe potuto spiegare non solo la particolarità dei suoi vocalizzi, ma anche la loro unicità.

Purtroppo, però, mancavano ancora i dati necessari a supportare la teoria, e dopo il 2004 i microfoni sottomarini della WHOI non registrarono più la voce della balena.

Nascita di un mito

Il mistero della balena più solitaria al mondo era già nato e si era diffuso tra i media generalisti. Così nacquero canzoni sull’animale, apparvero titoli sempre più ad effetto sui giornali, sì lanciò un  progetto di documentario su Kickstarter che raggiunse e superò abbondantemente il traguardo di 300.000 dollari (di cui circa 50.000 forniti dalla fondazione di Leonardo DiCaprio) necessario per partire alla ricerca dell’animale misterioso tra le onde del Pacifico settentrionale.

In tempi recenti, però, più di uno scienziato ha dimostrato dei dubbi sull’ipotesi dell’individuo solitario. Esistono, infatti, molti individui di balenottera che hanno un proprio canto particolare che si distingue dalla media e, anche se per noi è facilmente distinguibile, forse tra i loro simili non risulta così insolito come potrebbe apparire alle nostre orecchie.

 

 

About Francesca Dessì

Ho 23 anni e una grande voglia di mettermi in gioco