Equiseto: utilizzato in passato da Greci, Romani e Cinesi, una delle specie più antiche della Terra
L’equiseto (Equisetum arvense) è una delle specie più antiche della Terra ed è un autentico concentrato di proprietà benefiche. La famiglia a cui appartiene, quella delle Equisetaceae, apparve sul Pianeta alla fine del Devoniano (395 – 345 milioni di anni fa). Chiamata anche “coda cavallina”, in quanto il suo fusto ricorda la coda del cavallo, è diffusa in tutta Europa nei climi umidi e freschi.
Facile da coltivare, era utilizzato in passato da Greci, Romani e Cinesi; l’antica medicina ayurvedica lo evocava già all’epoca per la cura di disturbi dell’apparato urinario e ancora oggi se ne fa impiego per risolvere le infezioni del tratto urinario o i problemi alla vescica.
Le proprietà dell’ equiseto
È una pianta antinfiammatoria, antibatterica, antimicrobica, diuretica, astringente e antiossidante, ricca di silicio, utile per prevenire l’osteoporosi; inoltre, è un ottimo rimedio anche per malattie bronchiali e polmonari, grazie al suo contenuto di acido salicilico; ricca di sali minerali, vitamine, ferro, calcio, manganese, potassio e magnesio, è ideale per eliminare scorie e tossine dal nostro organismo e per combattere la ritenzione idrica. L’equiseto serve anche da antiparassitario naturale, agendo così sulla difesa delle piante in modo salutare ed ecologico; utilizzandolo su terreni e vegetazione con irrorazioni durante il periodo invernale, può aiutare lo sviluppo e il rinforzo.
Meraviglioso stimolante per la memoria, rafforza il tessuto connettivo del cervello, le cellule nervose e il midollo spinale.
L’equiseto è controindicato in gravidanza, allattamento e durante l’assunzione di farmaci per la cura dell’ipertensione e insufficienza renale; inoltre, può avere interazioni con farmaci diuretici.