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Stefania Pinna

Stefania Pinna: il fascino della ricerca nei fondali marini

L’intervista con la Dott.ssa Pinna. Per ascoltare l’intervista senza la radio in sottofondo, schiaccia il bottone rosso con la freccia bianca che compare in basso a destra

Due chiacchiere con la ricercatrice candidata al premio Donna di Scienza. Tra ecopsicologia e divulgazione, tra Posidonia oceanica e Pinna nobilis

È stato un incontro cordiale e di grande curiosità e interesse quello con Stefania Pinna, ricercatrice dell’Università di Sassari, candidata al premio Donna di Scienza. La dottoressa Pinna arriva da un paese di mare e di pescatori come Castelsardo. Una comunità che le ha permesso da subito di approcciarsi al mare, come studiosa e come insegnante di immersioni. Spinta da grande curiosità inizia a informarsi, fare domande, guardare documentari. Si appassiona dapprima al mondo dell’etologia, quindi i comportamenti degli animali e l’adattamento delle piante all’ambiente. In seguito si interessa del mondo dell’ecologia, quindi le relazioni dell’uomo con la flora e la fauna. Così decide di studiare le relazioni fra tutto ciò che vedeva nel corso delle sue gite nelle profondità del mare.

Tesi e lavori di ricerca

La sua tesi di dottorato in Biologia Ambientale presso il Dipartimento di Botanica ed Ecologia Vegetale dell’Università di Sassari riguarda le interazioni nell’habitat marino tra Posidonia oceanica e ricci di mare. Questa tesi le apre una nuova strada sull’approccio alla rete di relazioni tra esseri umani e ambiente, e sarà il primo di numerosi studi sui fondali sardi. Tra questi, approfondimenti sui Paracentrotus lividus (erroneamente comuni con il nome di ricci femmina) e il successo invasivo dell’alga Caulerpa a grappoli. Nel frattempo si occupa di numerose attività didattiche, sensibilizzazione all’educazione ambientale e valutazioni sulle aree marine protette.

Attività al giorno d’oggi

Attualmente la dottoressa Pinna si occupa di divulgazione, ecopsicologia e ambientalismo scientifico, insieme a dei progetti di citizen science. In uno di questi progetti si è occupata dei tanti fattori, tra cui i parassiti, che minacciano la già compromessa sopravvivenza della Pinna nobilis, il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo. Di quella che è nota anche come Nacchera (la cui salvaguardia è tutelata da una legge europea e una regionale) conosciamo bene le tante credenze popolari sul suo mito, oltre che sulla sua lavorazione da parte di Chiara Vigo del Bisso (unica persona al mondo autorizzata).

Il senso di gratificazione e l’augurio per gli studenti

La gratificazione della ricerca per Stefania Pinna è quella di poter accedere alle conoscenze delle pubblicazioni scientifiche per accrescere il proprio bagaglio culturale e professionale. Pubblicazioni che chiaramente permettono anche e soprattutto di condividere i propri studi e il proprio lavoro.

Il suo messaggio agli studenti che si approcciano alla ricerca scientifica è quello di avere ben chiare le idee su ciò che si vuole fare nel percorso. La forte motivazione di base è la forza trainante, in un mondo come quello della ricerca dove c’è molta concorrenza e pochi fondi.

About Nicola Fois

Studente di Comunicazione. Appassionato di lingue, sport, musica e di tutta la letteratura riguardante questi temi

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