Gli esperti del Cold Spring Harbor Laboratory e della Stanford University studiano il cervello e l’elaborazione della paura: gli interessanti esiti degli studi.
Dove e come il cervello elabora la paura? A dare una risposta a questa domanda è uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience e condotto dagli esperti del Cold Spring Harbor Laboratory e della Stanford University. Gli esperti hanno analizzato le interazioni tra l’organo cerebrale ed il globus pallidus, una struttura che interagisce con l’amigdala nelle situazioni in cui è necessario imparare dall’esperienza e che potrebbe essere collegato al modo in cui il cervello elabora la paura. “I circuiti di elaborazione della paura fanno sì che il cervello risponda alle situazioni spaventose, aumentando la frequenza del battito cardiaco per consentire all’organismo di fuggire di fronte alla minaccia, ma soprattutto facilitando l’apprendimento e le risposte appropriate alle situazioni simili future. Essere in grado di spaventarsi significa percepire il pericolo e reagire in modo adeguato”, ha spiegato Bo Li del Cold Spring Harbor Laboratory.
Gli esperti hanno analizzato il modo in cui i circuiti cerebrali interagiscono tra loro per suscitare paura, tramite strumenti di neuroscienza per mappare le connessioni. “Una conoscenza più profonda di questi meccanismi potrebbe aiutarci a sviluppare modi più efficaci per controllare le risposte inappropriate nei pazienti con disturbi d’ansia. Sappiamo che l’amigdala assolve a una serie di funzioni legate all’attività emotiva“, ha aggiunto l’esperto. “Gli animali non riuscivano a capire che un particolare segnale era associato a una sensazione spiacevole; questa struttura potrebbe pertanto essere responsabile di una serie di processi legati all’elaborazione e all’apprendimento della paura“, ha concluso.
La paura.
La paura è un’emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Il Galimberti così la definisce: Nelle paure c’è quindi la sensazione che qualcosa minacci la nostra esistenza o la nostra integrità biologica o quella delle persone a noi più vicine. L’emozione può proiettarsi nel futuro. Qualcosa di brutto accadrà a noi o agli altri, pertanto spinge il soggetto ad aggredire per eliminare o allontanare l’oggetto di questa (condotte aggressive); o al contrario fuggire da questo per evitare il danno che potrebbe procurarci (condotte di evitamento dall’oggetto fobico). Essa ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura, come l’ira, può essere una risposta al dolore o alla sua percezione. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare, l’ira può prendere il sopravvento e la paura svanire.