I medici di famiglia si raccontano: il rapporto con il paziente

L’importanza del rapporto medico- paziente 

I medici di famiglia e il rapporto con i loro pazienti; qual è l’elemento più importante? Senza ombra di dubbio la fiducia. Fare il medico di famiglia è il sogno di tanti; una professione che per molti versi sembra irraggiungibile ma che al tempo stesso è vittima di innumerevoli preconcetti. 

Quando si svolge questo lavoro con impegno e con passione, per la maggior parte dei medici il rapporto col paziente è uno degli aspetti più belli e gratificanti. Le persone infatti si affidano completamente al proprio medico, mosse spesso da grande stima e gratitudine. Il rapporto col paziente non riguarda unicamente il suo quadro clinico o le sue patologie, ma va ben oltre. Il medico di famiglia in molti casi sembra aver sostituito il prete confessore. Dietro dunque ai dati che ogni giorno registriamo dentro il computer c’è sempre una storia molto più ricca del semplice dato clinico.

Il rapporto medico-paziente è un rapporto molto particolare perché presuppone piena fiducia tra due persone che, fondamentalmente, non si conoscono. Si definisce rapporto asimmetrico: infatti nella maggior parte dei casi, è il medico ad avere le informazioni e i mezzi utili al paziente. Il paziente che si reca nello studio del proprio medico di famiglia, non è il paziente ricoverato in clinica. Non ha soggezione, dialoga, si confronta senza paura del giudizio. Spesso, ad esempio, va dagli specialisti ma chiede sempre il parere del proprio medico prima di iniziare una nuova terapia. 

Tuttavia, negli anni il rapporto ha subito, in alcuni casi, dei cambiamenti. Il paziente non pone più completa fiducia nel medico e nel il ruolo che ricopre. Il rapporto, nell’apparenza e non nella forma, non è più asimmetrico, perché il paziente crede di avere i mezzi per mettere in discussione il punto di vista del professionista che ha di fronte.