Ogni estate con l’arrivo dei turisti si registrano furti di sabbia e conchiglie, dalle più belle spiagge della Sardegna
Con l’arrivo dei tornano puntualmente i furti di sabbia e conchiglie dalle meravigliose spiagge della Sardegna. Sono stati sequestrati circa 150 chili di sabbia, ciottoli e conchiglie. Il tutto rubati e conservati in valigia come se fossero un bottino o un souvenir comprato in un negozio. A denunciare su Facebook questa triste situazione, che si ripresenta ogni estate, è l’associazione “Sardegna Rubata e Depredata” con un amaro post su Facebook. Le spiagge non vengono “soltanto” inquinate da bagnanti incivili che lasciano buste e spazzatura, ma vengono anche letteralmente depredate da diversi turisti. Naturalmente bisogna considerare che la quantità di sabbia e conchiglie rubate è sicuramente maggiore. Visto che a essere scoperti e bloccati sono solo i passeggeri che viaggiano in aereo.
I furti di sabbia avvengono principalmente nei litorali dell’Oristanese, come Is Arutas, o le coste del sud Sardegna da Chia, a Porto Pino a Villasimius. Altre spiagge spesso depredate sono la Cinta di San Teodoro, la Pelosa di Stintino, i litorali di Alghero e della Costa Paradiso. C’è chi imbusta granelli di sabbia da conservare in bottiglia, chi ruba quarzo da mostrare a parenti e amici. Per finire chi prende le conchiglie dal mare per rivenderle o esporle in casa, senza alcun rispetto verso i delicati ecosistemi marini. Lo scorso anno sono stati rubati in Sardegna ben 800 chili di sabbia, un record che ha battuto i 500 chili dell’anno precedente.
Sanzioni
Non tutti sanno (o fingono di non saperlo) che rubare sabbia e conchiglie dalle spiagge è illegale e si rischiano sanzioni salate. In particolare, l’art.1162 del Codice della Navigazione, intitolato “estrazione abusiva di arena o altri materiali”. Stabilisce che “chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale. Ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51. E’ punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.549,00 a euro 9.296,00”.